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ISRAELENetanyahu respinge le accuse

14.02.18 - 10:24
La polizia ha raccomandato l'incriminazione del premier israeliano per corruzione
Keystone
Netanyahu respinge le accuse
La polizia ha raccomandato l'incriminazione del premier israeliano per corruzione

TEL AVIV - «Il mondo alla rovescia». Così Benjamin Netanyahu è tornato ad attaccare oggi la decisione della polizia di raccomandare la sua incriminazione per corruzione in due indagini che lo coinvolgono.

Netanyahu ha quindi ribadito di non avere nulla a che fare con le accuse sul caso dei «regali illeciti» ed ha attaccato la testimonianza a suo sfavore dell'ex ministro delle finanze Yair Lapid. «La polizia - ha detto - lo ha interrogato un'ora sola ed ora la definisce una testimonianza chiave in un'indagine durata un anno».

Barak: «Netanyahu si dichiari impossibilitato» - L'ex premier Ehud Barak ha chiesto che Benjamin Netanyahu «si dichiari impossibilitato» a svolgere il suo incarico e che «la coalizione di governo stabilisca chi lo sostituisce in questa ora critica».

«Il quadro che emerge dalle raccomandazioni della polizia - ha aggiunto - mette i brividi. La profondità della corruzione emersa, e che ancora emergerà, fa spavento». Secondo Barak, il procuratore generale Avichai Mandelblit - che deve decidere se accettare o meno le raccomandazioni della polizia - «deve ora inserire una marcia in più». Barak si riferisce al fatto che per la sua decisione Mandelblit potrebbe prendere mesi.

Niente elezioni anticipate - «Voglio rassicurare i cittadini che il governo di coalizione è stabile. Nessuno, né io né altri, progetta di andare ad elezioni anticipate. Continueremo a lavorare fino alla fine del mandato». Lo ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu secondo cui «l'indagine della polizia» nei suoi confronti «è piena di buchi, come un groviera».

«Corrotto e corruttore» - Il premier deve subito dichiararsi "impossibilitato" e farsi da parte per consentire alla magistratura di esaminare con serenità la consistenza delle prove a suo carico: questo il parere espresso dall'ex ministra degli esteri Tzipi Livni, oggi alla opposizione.

In una intervista alla radio militare Livni ha accusato il premier di essere «corrotto e anche corruttore». «Lui e il suo partito non fanno che colpire e delegittimare la polizia e la magistratura, e mettere in dubbio la loro buona fede. Non dimentichiamo - ha aggiunto - che queste strutture sono essenziali non solo nella lotta alla corruzione pubblica, ma anche al crimine e al terrorismo».

In base alla legge, ha ammesso la Livni, Netanyahu potrebbe restare in carica fino ad un'incriminazione e anche fino ad una eventuale condanna: «Ma poiché egli utilizza il suo incarico per distruggere quanti devono esaminare il suo caso è allora necessario che si proclami subito impossibilitato».

Gli alleati con il premier - Benjamin Netanyahu non ha motivo di dimettersi, ed è preferibile attendere la conclusioni della magistratura sulle raccomandazioni della polizia per una sua incriminazione per corruzione. Questo il parere espresso dai leader di tre partiti della coalizione di governo: Moshe Kahlon (del partito centrista Kulanu), Naftali Bennett (del partito nazional-religioso Focolare ebraico) ed Avigdor Lieberman (del partito nazionalista laico Israel Beitenu).

Bennett ha ammesso che «il ricevere regali così ingenti per un periodo così lungo non rientra nelle aspettative dei cittadini di Israele dal loro premier», ma ha anche aggiunto che per verificare la consistenza delle accuse occorre attendere il parere del consigliere legale del governo Avichai Mandelblit.

Identico il parere di Kahlon, secondo cui è intanto necessario «cessare gli attacchi alla polizia» mossi da deputati della coalizione. Lieberman, da parte sua, ha affermato che Netanyahu può continuare a fungere da premier «fino a quando non sarà stato condannato da un tribunale».

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