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ITALIAIl regalo di Natale della polizia al ragazzino malato

28.12.17 - 17:22
Dopo aver saputo della truffa subita su Internet, gli agenti hanno donato a Michele ciò che tanto desiderava: un cucciolo di cane
Polizia di Stato Cosenza
Il regalo di Natale della polizia al ragazzino malato
Dopo aver saputo della truffa subita su Internet, gli agenti hanno donato a Michele ciò che tanto desiderava: un cucciolo di cane

COSENZA - È stato sicuramente un bel Natale per Michele, ragazzino calabrese affetto da una gravissima patologia neoplastica. La sua storia è stata raccontata dall'ufficio stampa della Polizia di Stato italiana.

Tutto comincia qualche settimana prima delle feste: il padre di Michele, Giuseppe, incontra per strada una pattuglia della Polizia Stradale in servizio alla Sottosezione di Cosenza Nord, chiede loro informazioni e racconta ciò che era capitato a lui e al figlio. I due avevano cercato di comprare online un cucciolo di cane, pagando il dovuto ma perdendo poi le tracce del venditore.

«Il cucciolo avrebbe dovuto essere il regalo di Natale per Michele, ma visto com’era andata, adesso avrebbero dovuto aspettare un po’ di tempo per cercare di acquistarne un altro» spiegano dalla Polizia. Il signor Giuseppe fu in quell'occasione informato di come avrebbe dovuto sporgere denuncia per truffa. Il racconto, però, aveva toccato qualcosa nell'animo dei poliziotti.

«Gli agenti della Polizia Stradale da subito decidevano di dover fare qualcosa e al rientro in ufficio informavano il Comandante della Sezione Polizia Stradale di Cosenza dr. Spina Giovanni che immediatamente accoglieva con entusiasmo l’idea». Nacque così l'idea di fare una sorpresa a Michele, regalandogli il tanto desiderato cucciolo di cane.

Il 23 dicembre, quindi, Michele e i genitori sono stati invitati a raggiungere i locali della Sottosezione Polizia Stradale di Cosenza Nord, dove il ragazzino ha ricevuto in dono Bea, cucciolo di pastore tedesco.

«Non ci sono parole per descrivere la gioia di Michele, solo le foto allegate al presente possono trasmettere le emozioni vissute da tutti, in particolare da Michele e anche da Bea che dall’espressione sembra aver capito quello che stava accadendo», conclude la nota inviata dalla polizia.

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