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ARABIA SAUDITARetata anticorruzione: in manette 11 principi sauditi

05.11.17 - 10:16
L'operazione, senza precedenti, è stata diretta dal principe ereditario Mohamed bin Salman
Keystone
Mohamed bin Salman
Mohamed bin Salman
Retata anticorruzione: in manette 11 principi sauditi
L'operazione, senza precedenti, è stata diretta dal principe ereditario Mohamed bin Salman

RIAD - In Arabia Saudita ieri sera sono stati arrestati, in un'operazione senza precedenti, undici principi sauditi, quattro ministri, agenti e diverse dozzine di ex ministri per ordine della nuova commissione anti-corruzione. Lo riferisce al-Arabiya.

Tra gli arrestati, secondo quanto riporta il sito di Abc News, anche il principe e imprenditore multimiliardario Alwaleed bin Talal (vedi box), presidente e amministratore delegato della società d'investimento Kingdom Holding Company.

Secondo quanto riporta il sito Al Sabaq, in manette sono finiti 11 principi e 38 ex funzionari sauditi. Alwaleed potrebbe essere chiamato a rispondere dell'accusa di riciclaggio. Coinvolti nel blitz anche l'ex ministro delle finanze Ibrahim al-Assaf e l'ex segretario generale della Corte reale, Khaled al-Tuwaijri. Con loro, secondo Al-Sabaq, gli ex capi delle agenzie per gli investimenti e per le telecomunicazioni e della Saudia, la compagnia aerea di bandiera.

Secondo fonti citate dalla Dpa «è possibile che anche altri vengano arrestati in questa retata perché Re Salman ed il principe ereditario sono decisi a sradicare la corruzione in questo Paese».

Gli arresti sono scattati nella serata di ieri: re Salman aveva ordinato poco prima la creazione di una commissione anti-corruzione affidandone la guida al figlio, il principe ereditario Mohammed. Il monarca ha attribuito all'agenzia ampi poteri, tra cui la possibilità di spiccare mandati di arresto, congelare beni e emettere divieti di viaggio.

Un impero da 25 miliardi di dollari - Da internet ai colossi della telefonia mondiale, fino alla tv: l'impero di Alwaleed bin Talal, il principe saudita arrestato nel blitz anticorruzione che ha fatto scattare le manette per ex politici, ministri e undici principi, vale circa 25 miliardi di dollari.

Un impero che fa capo alla società di investimento Kingdom Holding Company (KHC).

Il principe, nipote di re Salman Abdulaziz Alsaud e tra le persone più ricche del mondo, nasce nel 1955 e - come si legge sul sito ufficiale Alwaleed.com.sa - si laurea cum laude in "Science in Business Administration" al Menlo College in California (1979) e poi ottiene il suo master in "Social Sciences" alla Syracuse University di New York (1985).

Fondata nel 1980, la sua KHC dal 2007 è una società quotata alla Saudi Stock Exchange. Si tratta di «una delle organizzazioni più prospere e più diversificate del mondo», si legge ancora sul sito. «Altamente rispettata nel campo degli investimenti e riconosciuta come un'élite sia nella Regione del Golfo Persico che internazionalmente».

Tra gli interessi del gruppo ci sono moltissime società di primo ordine tra cui Citigroup, News Corporation, Twitter, Time Warner, Apple Inc, Walt Disney Co., Disney Land Paris. Nel 2015 il valore complessivo stimato della Kingdom Holding Company era pari a 24,8 miliardi di dollari netti. Oltre alle sue attività pubbliche, si legge sempre sul sito ufficiale, «la KHC è molto attiva anche nel settore delle "private equity" in Arabia Saudita e nello sviluppo di mercati del Medio Oriente, dell'Africa e dell'Asia».

Membro della famiglia reale saudita, Alwaleed non ricopre incarichi politici ma è impegnato nell'imprenditoria. Da tempo difensore dei diritti delle donne saudite, in occasione della svolta sulle auto Alwaleed aveva detto che «vietare alle donne di guidare è oggi una questione di diritti simile a chi impedisce loro di avere un'istruzione o un'identità indipendente». La sua fondazione Alwaleed Philanthropies sostiene e avvia progetti in tutto il mondo senza distinzione di genere, razza o religione.

In un'intervista all'"Economist" nel 1999, infine, il principe saudita ha raccontato di avere iniziato la sua attività di imprenditore con un prestito di 30mila dollari ricevuto dal padre e mettendo un'ipoteca di 400mila dollari sulla casa che sempre il padre gli aveva comprato. 

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