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REGNO UNITOMea culpa di Uber, il sindaco apre ai colloqui

25.09.17 - 19:26
Il CEO ha riconosciuto apertamente che «errori sono stati fatti» e che l'azienda «deve cambiare» sui punti contestati.
Keystone
Mea culpa di Uber, il sindaco apre ai colloqui
Il CEO ha riconosciuto apertamente che «errori sono stati fatti» e che l'azienda «deve cambiare» sui punti contestati.

LONDRA - C'è una possibile schiarita nel futuro di Uber a Londra. Il CEO della società Usa, Dara Khosrowshahi, ha fatto un importante passo indietro dopo l'annuncio della revoca delle licenze nella capitale britannica ammettendo in una lettera aperta "errori" da parte dell'azienda e promettendo di porvi rimedio.

Il 'mea culpa' è stato apprezzato dal sindaco, Sadiq Khan, che anche per evitare di condurre una impopolare battaglia contro il servizio, che impiega 40 mila autisti e viene usato da 3,5 milioni di suoi concittadini, ha aperto le porte a colloqui diretti fra i vertici dell'autorità municipale dei trasporti (Tfl) e la dirigenza di Uber.

Khosrowshahi si era rivolto direttamente ai londinesi chiedendo loro scusa. Ha riconosciuto apertamente che «errori sono stati fatti» e, pur confermando la decisione di fare appello contro la revoca della licenza annunciata da Tfl, ha sottolineato che l'azienda «deve cambiare» sui punti contestati. «Se è vero - ha aggiunto il boss - che Uber ha rivoluzionato il modo di muoversi delle persone in molte città in giro per il mondo, è ugualmente vero che alcune cose sono andate nel modo sbagliato lungo il nostro cammino». Quindi la frase chiave: «a nome di ciascuno di noi, della struttura globale di Uber, io mi scuso per gli errori che sono stati fatti: non saremo perfetti, ma vi ascolteremo».

L'intervento del CEO sembra destinato ad allentare le tensioni, dopo un ritorno di fiamma delle polemiche nelle ultime ore: con l'accusa del primo cittadino laburista al management londinese del gigante Usa dei 'taxi online' d'aver assoldato «un esercito di pr e di legali» per fare «pressione in modo scorretto su Tfl» in vista del ricorso già annunciato. Un riferimento alla petizione popolare online promossa dall'azienda contro la revoca della licenza e firmata in poche ore da oltre 650'000 utenti timorosi di poter perdere un servizio a costo competitivo. Ma anche forse a un articolo del Financial Times, organo di riferimento della City e del grande business, che proprio oggi dà voce alle ragioni di Uber: avanzando il sospetto che le autorità comunali londinesi si siano mosse «per ragioni politiche» e attribuendo la colpa della mancanze contestate sulla sicurezza e l'aggiramento delle norme più alle "autorità di regolazione" britanniche che non alla stessa società.

I toni però sono cambiati, anche con la risposta piuttosto conciliante del sindaco Khan. «Apprezzo la richiesta di scuse presentata da Khosrowshahi», ha commentato alla Bbc, e «sebbene vi sia una procedura legale in corso (l'azienda ha fatto ricorso contro la revoca della licenza a partire dal 30 settembre), ho chiesto a Tfl di rendersi disponibile per incontrarlo».
 

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