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RUSSIATribunale condanna Aeroflot: discrimina le hostess "in carne"

06.09.17 - 19:18
La compagnia di bandiera russa dovrà risarcire una sua collaboratrice "relegata" ai voli interni
Keystone
Evgenya Magurina con la sua divisa
Evgenya Magurina con la sua divisa
Tribunale condanna Aeroflot: discrimina le hostess "in carne"
La compagnia di bandiera russa dovrà risarcire una sua collaboratrice "relegata" ai voli interni

MOSCA - Aeroflot, la compagnia di bandiera russa, è stata condannata dal tribunale distrettuale di Mosca a risarcire una sua hostess per discriminazione sul lavoro. La sua colpa? Non essere agile e scattante come l'aviolinea vorrebbe. E così "relegata" sui voli interni - in orari infernali - e bandita dai più prestigiosi, e remunerativi per i dipendenti, voli internazionali. Con conseguente danno in busta paga.

Il tribunale ha infatti ribaltato la precedente sentenza di primo grado che aveva rigettato il ricorso presentato da Evgenya Magurina, assistente di volo 41enne. «Ci hanno fotografate tutte e ci hanno preso le misure, alcune di noi sono state addirittura pesate - aveva denunciato Magurina al tempo del primo ricorso -. Ci hanno lasciato solo i voli interni, notturni e quelli di mattina presto».

Aeroflot, nelle sue linee guida, aveva infatti disposto come preferenze «nell'assunzione e nell'impiego» di hostess e steward la necessità di poter indossare divise comprese tra «42-48» per le donne (36-42 taglia svizzera) e «46-54» per gli uomini. Le hostess discriminate si sono così riunite nell'autoproclamato movimento STS (iniziali in russo di «anziane, cicciottelle e brutte») e hanno presentato ricorso.

La compagnia di bandiera si era difesa motivando le sue scelte con ragioni di servizio: gli assistenti di volo devono poter muoversi con agio nei corridoi, non urtare i passeggeri e, per quanto possibile, essere di bell'aspetto poiché è questo che desiderano i clienti. In più vi sono ragioni economiche: stando ai calcoli della compagnia ogni chilo aggiuntivo rispetto alla forma 'ideale' stabilita dall'aviolinea costerebbe infatti all'azienda circa 10 euro all'anno. Da qui la necessità di mantenere la figura, pena una decurtazione nello stipendio.

La corte d'appello ha però dato ragione a Magurina: tali linee guida ledono i diritti «costituzionali» oltre che le norme «del codice del lavoro». E così ha ordinato ad Aeroflot di pagare i «danni morali e materiali» alla sua hostess, benché in forma molto ridotta rispetto alla richiesta. «Non abbiamo fatto causa per i soldi, ma per veder riconosciuto un principio, e in questo senso è senz'altro una vittoria: non si possono trattare così le persone», ha detto il legale Ksenia Michaylichenko.

Una sentenza analoga è stata emessa anche nel caso di un'altra hostess 'STS', Irina Ierusalimskaia, anch'esso bocciato in primo grado. La strada ora pare ormai tracciata: Aeroflot dovrà rivedere - o perlomeno moderare - la sua politica di favorire hostess giovani e snelle nell'assunzione e nell'impiego.
 
 

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