Lo ha stabilito la Corte europea dei diritti umani
STRASBURGO - La legislazione belga che vieta alle donne di indossare veli che coprono parzialmente o totalmente il viso come il niqab non violano il diritto al rispetto della vita privata e alla libertà di pensiero, coscienza e religione delle donne, e non sono un atto discriminatorio.
Lo ha stabilito la Corte europea dei diritti umani, in base ai ricorsi di tre donne di religione musulmana contro le leggi municipali e nazionali introdotte nel 2008 e 2011.
La Corte di Strasburgo, ricalcando in sostanza quanto già stabilito per la legge francese nel 2014, considera che il divieto di indossare per esempio il niqab in luoghi pubblici è giustificabile perché la legge mira a garantire le condizioni del vivere assieme. I giudici sostengono inoltre che gli stati, in questo caso il Belgio, sono in una posizione migliore di quella della corte di Strasburgo per giudicare «le necessità locali e nazionali e il contesto».
Adottando le leggi che vietano di indossare i veli che nascondono in parte o totalmente il viso in luoghi pubblici lo stato belga, affermano i giudici, ha voluto rispondere a una pratica che considera incompatibile nella sua società con la comunicazione interpersonale e più in generale la costruzione di relazioni umane, indispensabili per la vita collettiva.