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ITALIATre ore al giorno al cellulare e cancro al cervello. Risarcimento storico

20.04.17 - 13:32
«Non voglio demonizzare l’uso del telefono cellulare ma per evitare quello che mi è successo bisogna saperlo utilizzare in modo corretto»
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Tre ore al giorno al cellulare e cancro al cervello. Risarcimento storico
«Non voglio demonizzare l’uso del telefono cellulare ma per evitare quello che mi è successo bisogna saperlo utilizzare in modo corretto»

IVREA - Il tribunale di Ivrea, per voce del giudice Luca Fadda, ha emesso un verdetto che farà storia. Il protagonista del caso discusso è un dipendente Telecom che per 15 anni per lavoro ha usato almeno tre ore al giorno il cellulare. Ammalatosi di cancro al cervello l’uomo ha sporto denunciato e ora l’Inail è stata condannata a pagare la rendita perpetua per il danno sul lavoro.

Come riporta La Repubblica, è stato spiegato dagli avvocati che «la sentenza riconosce il legame causale tra un tumore al cervello e l’uso di un telefono cellulare. Il fatto che nel 2017 i tribunali italiani riconoscano già in primo grado la causa oncogena insita nei campi elettromagnetici generati dal cellulare è il segno del continuo avanzamento delle conoscenze scientifiche».

«Non voglio demonizzare l’uso del telefono cellulare ma per evitare quello che mi è successo bisogna saperlo utilizzare in modo corretto - ha spiegato Roberto Romeo - all’inizio pensavo di essermi preso un’infezione all’orecchio ma poi ho capito che la cosa era bene più grave».

Il lavoro degli avvocati Renato Ambrosio e Stefano Bertone non si ferma: hanno creato un sito internet - neurinomi.info - dove è possibile trovare tutte le informazioni utili relative al tema. «Sono soprattutto i bambini e le donne in gravidanza a essere più vulnerabili. Lla popolazione deve essere avvisata perché basta usare il telefono con l’auricolare o a una certa distanza per poter abbassare i rischi. Abbiamo avuto difficoltà profilo medico e scientifico perché ci è stato detto che non c’erano prove che potesse creare un tumore, ma è stato detto che non si poteva anche dire il contrario. Questa sentenza invece dice proprio che c’è un nesso causale ed è’ per questo che ora chi ci governa debba prendersi la responsabilità di fare qualcosa».

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