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La malattia ha colpito tredici Paesi del Vecchio Continente
ROMA - Tredici Paesi europei coinvolti in cui sono stati registrati 69 casi. Ad aggiornare sull'epidemia di epatite A in corso in Europa è un documento di valutazione del rischio dell'European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC), pubblicato sul sito dell'Istituto italiano Superiore di Sanità (Iss).
Tra giugno 2016 e febbraio 2017, sono stati segnalati in Europa 179 casi di epatite A (HAV) associati a tre differenti ceppi di virus di genotipo IA. L'entità dei focolai è con buona probabilità sottovalutata, poiché i casi segnalati si riferiscono solo a persone che si rivolgono alle strutture sanitarie e per i quali il ceppo virale è stato definito.
In genere il contagio avviene per contatto diretto da persona a persona o attraverso il consumo di acqua o di alcuni cibi (crudi o non cotti a sufficienza) contaminati dal virus.
L'epatite A, dopo un periodo di incubazione di 15-45 giorni dall'infezione, si manifesta con la comparsa di inappetenza, malessere generale, febbre e nausea. Dopo qualche giorno compare l'ittero, cioè la presenza di colorito giallognolo della pelle, dovuto all'aumentata concentrazione di bilirubina nel sangue a causa della diminuita funzionalità del fegato. La malattia ha generalmente un'evoluzione benigna, dura dalle 2 alle 10 settimane e l'infezione conferisce un'immunità permanente.
Si previene rispettando le norme igieniche generali, sia con l'uso di misure di protezione in caso di rapporti sessuali orali o anali. Lavarsi le mani dopo aver usato il bagno, prima di mangiare e durante la manipolazione di cibi e bevande è fondamentale, mentre la cottura rimane l'unica misura efficace per rendere inattivo il virus dell'epatite A nei molluschi, frutta e verdura. Esiste comunque un vaccino che protegge da questo tipo di infezione, efficace e ben tollerato.
