Un cittadino statunitense non può vedere arrivare la sua neo sposa iraniana negli Stati Uniti dopo la sospensione dell'ingresso negli Usa per i cittadini di sette paesi musulmani
PITTSBURG - Si sono sposati lo scorso giugno in Iran e si sarebbero dovuti ricongiungere negli Stati Uniti, dove lui lavora come consulente. I documenti per la neo sposa erano pronti il 17 gennaio. Ma il visto dell’architetto, che avrebbe dovuto cercare lavoro negli Usa, è stato sospeso dopo la decisione di Trump di bloccare gli ingressi da sette paesi musulmani per 90 giorni. Lo riporta l’Afp.
I due 30enni iraniani si sarebbero dovuti sposare nuovamente. I preparativi della festa sono stati annullati. Addolorato Roozbeh Aliabadi ha postato una foto su Twitter lanciando un messaggio al neo presidente. «Grazie @realDonaldTrump per aver impedito a mia moglie di entrare negli Stati Uniti e di aver rinviato le nostre nozze. Il nostro amore sarà più forte della vostra interdizione e del vostro muro». Il messaggio è stato rilanciato più di 2700 volte.
«Tutti noi vogliamo un paese sicuro, ma queste decisioni stanno condizionando la nostra vita», ha spiegato l’uomo all’agenzia, raccontando che da musulmano ha vissuto momenti di discriminazione. «Oggi, la gente come me ha paura».
«Cosa posso fare?», si chiede Roozbeh. «Se mia moglie non può venire negli Stati Uniti, questo significa che il signor Trump mi caccia dal paese che mi ha accolto quando ero solo un adolescente e dove ora sono un cittadino. Ho detto alla mia compagna di non ascoltare il presidente e che questo è davvero un grande paese. Lei non capisce, è in stato di shock, ma io ho fiducia nella politica degli Stati Uniti».
Thank u @realDonaldTrump 4 banning my wife to enter the #US & delay our wedding. Our love will be stronger than your ban & wall.@NIACAction pic.twitter.com/NdLItKWpHI
— Roozbeh Aliabadi (@roozbehaliabadi) 25 gennaio 2017