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UNIONE EUROPEAL'Italia deve regolare i conflitti d'interessi dei deputati e limitare i giudici in politica

19.01.17 - 10:07
Sono due delle raccomandazioni inviate dal Consiglio d'Europa
L'Italia deve regolare i conflitti d'interessi dei deputati e limitare i giudici in politica
Sono due delle raccomandazioni inviate dal Consiglio d'Europa

STRASBURGO - L'Italia deve introdurre norme «chiare e applicabili» per regolare «la spinosa questione» del conflitto d'interessi dei parlamentari. Perché «questa situazione insoddisfacente si traduce in un processo piuttosto difficile di verifica delle possibili cause di ineleggibilità e incompatibilità, che rischia di compromettere efficacia dell'intero sistema».

È quanto sostiene l'organo anti corruzione del Consiglio d'Europa in una delle 12 raccomandazioni contenute nel rapporto sull'Italia in cui analizza le misure anticorruzione di parlamentari e magistrati.

Secondo gli esperti «le regole esistenti sono difficili da applicare» e questo «va a scapito della complessiva trasparenza e efficienza del sistema».

Nel rapporto si sottolinea che «l'alto numero di leggi e disposizioni, i relativi emendamenti e una generale mancanza di consolidamento e razionalizzazione delle norme, conduce a un quadro confuso del conflitto d'interessi». Questo «crea problemi per l'applicazione delle regole esistenti e anche della loro comprensione».

Limite ai giudici in politica - L'Italia deve introdurre leggi che pongano limiti più stringenti per la partecipazione dei magistrati alla politica, e mettere fine alla possibilità per i giudici di mantenere il loro incarico se vengono eletti o nominati per posizioni negli enti locali. «È chiaro che la legislazione italiana contiene diverse lacune e contraddizioni a tale riguardo che sollevano dubbi dal punto di vista della separazione dei poteri e della necessaria indipendenza e imparzialità dei giudici» osserva Greco.

L'organismo afferma che pur «riconoscendo l'indiscutibile reputazione, professionalità e impegno dei singoli magistrati» è suo compito «segnalare l'effetto negativo che qualsiasi presunta politicizzazione della professione può avere sulla percezione che i cittadini hanno dell'indipendenza dell'intera magistratura».

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