Papa Francesco, da Baku, si è riferito al conflitto tra azeri e armeni nel Nagorno Karabakh
BAKU - «Al fine di rendere possibile l'apertura di una fase nuova, aperta a una pace stabile nella regione, rivolgo a tutti l'invito a non lasciare nulla di intentato per giungere ad una soluzione soddisfacente». Lo ha detto papa Francesco parlando alle autorità dell'Azerbaigian, compreso il presidente Ilham Aliyev, con chiaro riferimento - pur non citandolo - al conflitto tra azeri e armeni nel Nagorno Karabakh.
«Sono fiducioso - ha proseguito il Pontefice - che, con l'aiuto di Dio e mediante la buona volontà delle parti, il Caucaso potrà essere il luogo dove, attraverso il dialogo e il negoziato, le controversie e le divergenze troveranno la loro composizione e il loro superamento, in modo che quest'area, 'porta tra l'Oriente e l'Occidente', secondo la bella immagine usata da san Giovanni Paolo II quando visitò il vostro Paese (nel 2002, ndr), divenga anche una porta aperta verso la pace e un esempio a cui guardare per risolvere antichi e nuovi conflitti».
«Anche nei riguardi di questo Paese, desidero esprimere accoratamente la mia vicinanza a coloro che hanno dovuto lasciare la loro terra e alle tante persone che soffrono a causa di sanguinosi conflitti», ha detto papa Francesco nell'incontro con le autorità dell'Azerbaigian nel Centro "Heydar Aliyev", a Baku.
«Auspico che la comunità internazionale sappia offrire con costanza il suo indispensabile aiuto», ha aggiunto.