Guadagnate 13 posizioni in un solo anno, ora è al settimo posto. Finlandia al primo posto, Eritrea all'ultimo. Male l'Italia
PARIGI - Grande balzo in avanti della Svizzera nella classifica annuale della libertà di stampa stilata da Reporters sans Frontières: il nostro Paese guadagna ben 13 posizioni, e si piazza al settimo posto assoluto. Fanno meglio solo Finlandia, Paesi Bassi, Norvegia, Danimarca, Nuova Zelanda e Costa Rica.
Nessuna novità invece sul fondo della classifica: all'ultimo posto, il 180esimo, si conferma l'Eritrea, davanti a Corea del Nord, Turkmenistan, Siria, Cina, Vietnam, Sudan e Laos.
Elogio alla Svizzera - Reporters sans Frontières loda la situazione svizzera: «Malgrado una concentrazione crescente del mercato dei media, accentuata dalla crisi economica, la Svizzera può vantare una impressionante libertà di stampa. Tuttavia: le pubblicazioni di fughe di notizie relative a 'discussioni ufficiali ma confidenziali', in particolare se si tratta d'informazioni legate al mondo bancario, sono considerate come un crimine nel paese dei banchieri». Non a caso il titolo di questa panoramica sulla Svizzera è "Non toccate la mia banca".
I Paesi confinanti - Come si piazzano i Paesi confinanti alla Svizzera? L'Austria si piazza poco sotto, all'11esimo posto, mentre la Germania è in 16esima posizione. La Francia è un po' più giù, in 45esima posizione.
Male l'Italia - L'Italia perde quattro posizioni, e si piazza al 77esimo posto. Secondo l'organizzazione con base a Parigi pesano le decine di giornalisti costretti a fare ricorso alla protezione della polizia, a causa delle intimidazioni e minacce di morte ricevute. Motivo di peggioramento è anche il procedimento giudiziario aperto per il caso Vatileaks, che vede alla sbarra i giornalisti Nuzzi e Fittipaldi.
In media le cose vanno peggio - Reporters sans Frontières osserva che, nel complesso, la libertà di stampa nel 2015 è peggiorata, ma c'è una nota positiva: il miglioramento della situazione nel continente africano. S'indebolisce per contro il modello europeo, mentre in Sudamerica i giornalisti sono confrontati in modo crescente con attacchi e violenze.