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GERMANIAGenscher e la fine della Jugoslavia

01.04.16 - 21:22
I media tedeschi ricordano il ruolo di Genscher nella decisione della Germania di riconoscere, prima degli altri, Croazia e Slovenia. Un passo che portò alla guerra sanguinosa di Jugoslavia
Genscher e la fine della Jugoslavia
I media tedeschi ricordano il ruolo di Genscher nella decisione della Germania di riconoscere, prima degli altri, Croazia e Slovenia. Un passo che portò alla guerra sanguinosa di Jugoslavia

BERLINO - Fu uno dei primi a prendere sul serio i segnali di apertura di Michail Gorbaciov, che oggi ha detto di aver perso in lui "un amico". E i tanti che hanno affermato che Hans-Dietrich Genscher, ex ministro degli Esteri liberale tedesco, morto nella notte fra giovedì e venerdì a 89 anni, abbia "scritto la storia" della Germania e dell'Europa, lo intendevano "letteralmente", per due firme cruciali: quella che sottoscrisse per la Repubblica di Bonn il trattato del 2+4, rendendo di fatto possibile la riunificazione tedesca, e quella di Maastricht del 1992, che sancì il passaggio dalla Comunità economica all'Unione europea.

Lo storico leader dell'Fdp è insomma una figura chiave della Germania e dell'Europa odierne. Che dicono addio a uno dei suoi padri.

Diplomatico e uomo del fare - Genscher, secondo le parole usate da Angela Merkel nel ricordarlo, è colui che "ha plasmato come nessun altro il ruolo" del ministro degli Esteri in Germania - ruolo da lui esercitato per 18 anni, dal 1974 al 1992 - da raffinatissimo diplomatico. È stato anche "uomo del fare" e ha avuto in sorte di vedere realizzati i suoi obiettivi, come ha riconosciuto il successore socialdemocratico Frank-Walter Steinmeier, per il quale è "assicurato il suo posto nella storia".

Il giurista nato nella Sassonia-Anhalt - E la sua azione di persuasione, svolta a livello planetario, per portare a compimento il capolavoro di Helmut Kohl, superando per sempre la divisione della Germania, veniva da lontano. Risale a quando Genscher - giurista nato nell'est, ad Halle an der Saale, formatosi nell'ovest e divenuto guida del partito liberale - al fianco di un altro mitico cancelliere, il socialdemocratico Willy Brandt, diede il via a una politica della distensione fra Est e Ovest, la "Ostpolitik", assolutamente visionaria in piena epoca di Guerra Fredda.

«Il ministero degli esteri permanente» - "Genschman" è il soprannome che gli hanno dato a lungo i tedeschi, fra l'ironico e l'eroico. E ci sono altri epiteti, "ministro degli esteri permanente", "Mr. Bundesrepublik", che rendono l'idea di quanto fosse amato il personaggio.

Il discorso di Praga del 30 settembre 1989 - In queste ore di lutto, in Germania, tutti sono d'accordo nell'individuare nel celebre discorso pronunciato dal balcone dell'Ambasciata della Germania federale a Praga il 30 settembre del 1989 il momento simbolico più pregnante di questo statista. In quell'occasione a una folla di 4.500 cittadini dell'ex Ddr in fuga pronunciò poche parole, travolte dal giubilo: "Siamo qui ad annunciarvi che oggi la vostra possibilità di espatrio..." La conclusione che fosse "divenuta possibile" neppure si sentì. "Il momento più commovente della mia vita", ne disse lui dopo.

Genscher e l'accusa di aver contribuito allo scoppio della guerra jugoslava - I media tedeschi hanno ricordato anche il contributo decisivo dell'ex ministro degli esteri nel riconoscere, già nel 1991, l'indipendenza di Croazia e Slovienia in una repubblica jugoslava sull'orlo del baratro. Un passo che in Croazia gli ha regalato grande celebrità e fama, (a Zagabria sono stati intitolati in suo onore una piazza e un caffé), ma a livello internazionale è stato molto criticato. Genscher è stato infatti accusato di avere contribuito allo smembramento della Repubblica Socialista Jugoslava e di avere così causato la guerra che ha dilaniato un Paese di quasi 24 milioni di abitanti ora frammentato in diverse piccole repubbliche.

Genscher respinse l'accusa - Su questo punto Genscher si è sempre difeso, sostenendo che il suo Paese, la Germania, non ha fatto altro che seguire la decisione dell'allora Comunità Europea del 17 dicembre del 1991, che riconosceva l'indipendenza delle due repubbliche a partire dal 15 gennaio del 1992. Una decisione comunitaria alla quale, secondo Genscher, la Germania si attenne, smentendo così che il riconoscimento sarebbe stato già ufficializzato da Berlino già il 23 dicembre del 1991.

Un altro lutto per la FDP - Oggi il tributo «al grande uomo di Stato, al patriota e al grande europeo», è bipartisan e corale: e abbraccia un partito, l'Fdp messo alla prova con due gravi perdite in poco tempo, proprio nei giorni in cui si prende commiato dall'ex ministro Guido Westerwelle, morto di leucemia, prematuramente.

Le parole del cancelliere - "Mi inchino con sommo rispetto davanti alla vita di questo grande patriota liberale ed europeo - ha detto Angela Merkel - e sono grata personalmente per tutti i colloqui e gli incontri nei quali, fino agli ultimi anni, ho potuto attingere alla sua esperienza del mondo e alla sua saggezza di vita".

 

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