La navetta si disintegrò durante la fase di rientro, tutti i sette membri dell'equipaggio rimasero uccisi
HOUSTON - Ricorre oggi il 13esimo anniversario della tragedia dello Space Shuttle Columbia. Era il 1° febbraio 2003 quando la navetta spaziale, di ritorno dalla missione iniziata il 16 gennaio, si disintegrò nell'atmosfera a causa di un danno riportato allo scudo termico nel momento della partenza.
Nella sciagura, la seconda che colpì la Nasa dopo quella del Challenger del gennaio 1986, morirono i sette membri dell'equipaggio: il comandante Rick Husband, il pilota William McCool, gli specialisti di missione David Brown, Laurel Clark e Kalpana Chawla, il comandante del carico utile Michael Anderson e lo specialista del carico utile Ilan Ramon.
I frammenti del Columbia si sparsero in una vastissima area, e nei mesi successivi furono recuperati e analizzati per l'inchiesta che fu aperta. Si arrivò alla conclusione che fu un blocco di schiuma solida, staccatosi dal serbatoio esterno al decollo, a creare un foro di 25 centimetri sul rivestimento dell'ala sinistra della navetta. Al rientro nell'atmosfera questa lesion indebolì la struttura del Columbia, che si disintegrò mentre viaggiava a una velocità di circa 20000 chilometri orari.
Quella fu l'ultima missione dello Space Shuttle.