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CORRISPONDENZA ESTEROSul canale di Suez, un'ispezione sommaria in cambio di due tshirt. È capitato a Romano Piazzini

11.06.15 - 12:30
L'ex comandante della polizia cantonale sta viaggiando il mondo sulla sua barca. Ecco l'ultima avventura capitata in Egitto
Foto Piazzini
Sul canale di Suez, un'ispezione sommaria in cambio di due tshirt. È capitato a Romano Piazzini
L'ex comandante della polizia cantonale sta viaggiando il mondo sulla sua barca. Ecco l'ultima avventura capitata in Egitto

EGITTO - Con la nostra piccola barca a vela risaliamo a motore, contro vento e contro corrente, il canale di Suez, tenendoci ai margini della lunga processione di enormi mercantili e petroliere diretti a sud.

Procedono disciplinatamente incolonnati in questo bacino d'acqua salata largo 200 metri e lungo 160 km che collega il Mar Rosso al Mediterraneo.
Un tratto di importanza strategica, superprotetto su entrambe le sponde da presidi militari ogni cinquecento metri e pattugliato dagli elicotteri delle forze aeree egiziane.

A metà del canale, mastodontici macchinari, azionati da imprese belghe e olandesi, dragano il fondo e spostano enormi quantità di sabbia lavorando alacremente al parziale raddoppio.
Un percorso parallelo, della lunghezza di 70 km, grazie al quale l’Egitto conta di garantire al transito del canale - seconda risorsa nazionale, dopo il petrolio - maggior fluidità e sicurezza già a partire dal prossimo mese di agosto.

Le tariffe per il passaggio sconfinano nell’esoterico e molto dipendono dall'umore dell'addetto chiamato a misurare l’imbarcazione e ad applicare e interpretare una formula ideata in occasione della Convenzione Internazionale di Costantinopoli del 1888 tuttora in vigore.
Peccato che a quell'epoca non esistessero barche a vela a chiglia lunga, per cui l'applicazione della formula a questo tipo di imbarcazioni risulta anacronistica e penalizzante.
Ma il Canale di Suez é parimenti soprannominato “Baksheesh Channel” in ragione della moltitudine di mance e regali che - per poter avanzare nelle procedure o anche soltanto per ottenere dei servizi - oltre al prezzo, vengono sfrontatamente sollecitati da tutti.
Agenti, intermediari, piloti, autorità di polizia dell’immigrazione e doganali, fattorini, fornitori di carburante, tutti accomunati dalla richiesta di un “presente” che va a gonfiare la già ingente spesa di attraversamento.

Il baksheesh fa parte integrante dello stile di vita in molti paesi arabi, specie in Egitto. Ad alcuni potrà sembrare sgradevole, aberrante o esasperante. Ancorché riluttanti, per semplificarci la vita, non ci resta che adeguarci a queste usanze locali le cui radici affondano nel passato di una cultura millenaria come il mercanteggiare in vista di un acquisto.

Così, dopo una sommaria ispezione della nostra barca, due ufficiali della “Navy”, la marina militare egiziana, si sono accomodati al bar dello Yacht Club da dove ci hanno inviato l'ormeggiatore per farci presente che la loro ispezione é stata volutamente sommaria, non come quella effettuata la scorsa settimana al capitano Amstel, la cui barca é stata messa a soqquadro e passata al cacciavite, per cui si aspetterebbero, in segno di riconoscenza, un paio di magliette. Kalkal, l’ormeggiatore, si allontana con due t-shirt sottobraccio.

Paese che vai …

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