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Dal MondoCOMO: Infortunio mortale alla “Vidori”, nuovo rinvio al processo

12.01.02 - 12:44
Avvenuto il 15 giugno del ’99 aveva perso la vita un giovane residente a Lazzate
COMO: Infortunio mortale alla “Vidori”, nuovo rinvio al processo
Avvenuto il 15 giugno del ’99 aveva perso la vita un giovane residente a Lazzate
NOVEDRATE -Rinviato di un paio di mesi il processo in Tribunale a Cantù per il grave infortunio sul lavoro avvenuto alla “Vidori” di Novedrate il 15 giugno ’99 e in cui perse la vita il giovane operaio Omar Cattaneo, all’epoca 22enne, residente a Lazzate. L’udienza che doveva servire per il conferimento dell’incarico al perito nominato dal Giudice per chiarire le circostanze dell’incidente, è stato rinviato al prossimo 20 marzo in auanto il tecnico prescelto già si era pronunciato in altri due precedenti casi simili in Toscana e conclusisi in maniera discordante: uno con l’assoluzione degli imputati, l’altro con la condanna. Il giovane rimase schiacciato sotto un carrello elevatore che si era ribaltato sbalzandolo a terra. Sul banco degli imputati la Procura di Como ha trascinato il titolare dell’azienda, i titolari di quella che ha costruito il carrello elevatore e il venditore dello stesso. Per tutti l’accusa è, ognuno per la sua parte, di omicidio colposo. Sulla scorta degli accertamenti compiuti dai tecnici dell’A.S.L., il Sostituto Procuratore Claudio Galoppi, uno dei Magistrati lariani maggiormente impegnati sul fronte processi per infortuni sul lavoro, si è convinto della responsabilità di Marino Vidori, proprietario dell’azienda; Ferdinad Edmond Megerlin e Harald Voelkening, titolari della “Linde Ag”, l’azienda tedesca produttrice del carrello elevatore, e Carlo Faverio, della “F.V. Lariana Carrelli” di Costamasnaga, il venditore italiano. Al momento del tragico infortunio nessuno degli imputati era presente e non vi erano altri testimoni. Secondo la ricostruzione immaginabile, quindi, dei fatti, Omar durante un movimento in retromarcia abbia alzato al massimo livello le “forche” del carrello elevatore e con queste pare abbia urtato contro una trave del soffitto finendo con il ribaltarsi. Ma se questo aspetto potrebbe apparire come un errore, dettato forse dalla poca esperienza dell’operaio, va anche detto che l’inchiesta condotta dal Sostituto Claudio Galoppi della Procura di Como aveva evidenziato anche la totale assenza della cintura di sicurezza sul carrello elevatore che avrebbe potuto, forse, salvare la vita al giovane. All’epoca dei fatti, comunque, non vi era alcun obbligo all’installazione delle cinture su questi mezzi da lavoro.

di Bob Decker


di Bob Decker

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