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Dal MondoECONOMIA: Produzione industriale in netto calo, è crisi

26.11.01 - 19:52
In provincia di Varese -7,2% nei tre mesi estivi, -2,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno
ECONOMIA: Produzione industriale in netto calo, è crisi
In provincia di Varese -7,2% nei tre mesi estivi, -2,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno
VARESE –Nel terzo trimestre dell’anno, l’economia provinciale varesina ha confermato la tendenza al rallentamento che si era già delineata nel periodo precedente. E’ questo il quadro che emerge dall’indagine congiunturale relativa al periodo luglio/settembre 2001 condotta dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio. In base ai dati raccolti fra gli operatori locali, la produzione ha registrato un calo del 7,2% nei confronti del trimestre precedente (dovuto, in parte, alla naturale contrazione collegata alle ferie estive), ma anche una perdita del 2,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Questo rallentamento dell’economia manifatturiera si è riflesso pure sugli altri principali indicatori. In particolare, il fatturato ha complessivamente perso il 2,3% su base annua e il 9,8% rispetto al periodo maggio/luglio. Per quanto concerne i singoli settori, poi, consuntivi negativi provengono dalla gomma e plastica, dal tessile e dalla meccanica. La chimica, invece, ha registrato incrementi produttivi rispetto al corrispondente periodo del 2000. Le informazioni statistiche raccolte si riferiscono a un periodo che, di massima, è precedente agli attentati dell’11 settembre. Ugualmente, si è deciso di porre telefonicamente alle imprese interpellate nei giorni scorsi per l’indagine congiunturale una domanda sulle possibili ripercussioni. Ebbene, il 59,9% delle aziende ha dichiarato di non aver registrato rallentamenti negli ordinativi; il 21,5% ha detto “sì, minimo”, il 5,1% “sì, molto forte” e il 13,9% ha dichiarato di “non sapere”. Alle imprese è stata posta anche una domanda relativa all’euro. Dalle risposte emerge che solo il 30,4% ha già la contabilità anche nella nuova moneta unica europea. Allegato: relazione congiunturale III° trimestre 2001.

Relazione congiunturale provinciale III Trimestre 2001

Il terzo trimestre dell’anno si chiude per l’economia provinciale con risultati poco incoraggianti, confermando la tendenza al peggioramento che si era già delineata nei mesi scorsi. I risultati dell’ultima indagine congiunturale campionaria sull’industria manifatturiera svolta trimestralmente dalla Camera di Commercio evidenziano, infatti, a settembre un livello della produzione in contrazione sia nei confronti del trimestre precedente (-7,2%) - dovuta in parte anche al naturale calo produttivo del periodo feriale - sia rispetto allo stesso periodo del 2000 (-2,1%). Anche il tasso di utilizzo degli impianti si contrae, arrivando a un dato aggregato pari al 73,6% che varia dal 65,6% delle piccole aziende all'83,6% delle grandi. Questo peggioramento dell’economia manifatturiera si è riflesso anche sugli altri principali indicatori. Gli ordinativi acquisiti nel trimestre hanno, infatti, manifestato una variazione congiunturale di segno negativo - più marcata per quelli provenienti dal mercato interno - e il fatturato ha complessivamente perso il 2,3% su base annua e il 9,8% rispetto al periodo precedente. La contrazione del fatturato ha interessato sia il mercato nazionale sia, in misura minore, quello estero. Le vendite all'estero hanno quindi continuato a rappresentare ancora una quota significativa del fatturato totale del campione, arrivando a coprire ben il 35 per cento del totale. In base ai dati Istat sull’import-export relativi al primo semestre 2001 le esportazioni della provincia hanno raggiunto i 6.220 miliardi di lire e le importazioni i 5.092 miliardi di lire. Il saldo della bilancia commerciale della provincia è risultato così positivo e pari a 1.128 miliardi di lire, in crescita del 7,6% rispetto al surplus di 1.048 miliardi di lire conteggiati nello stesso periodo dell’anno precedente. In questo primo semestre dell’anno le esportazioni provinciali hanno manifestato un incremento su base annua del 3,8%, mentre le importazioni sono cresciute del 3%, a tassi quindi ancora positivi, ma inferiori a quelli registrati a livello regionale e nazionale, che segnano per le esportazioni rispettivamente un +13,2% e un +12,3% e per le importazioni un +8,5% e un +10,2%. Nel primo semestre del 2001 le esportazioni provinciali sono risultate pari all’8,2% del valore complessivo regionale e al 2,4% del valore complessivo nazionale; le importazioni hanno rappresentato invece il 5,2% del totale della Lombardia e l’1,9% del totale dell'Italia. La composizione percentuale dell’export della provincia di Varese per settore ha visto prevalere nuovamente l’esportazione del settore macchine ed apparecchi meccanici (29% del totale, pari a 1.803 miliardi di lire) e del tessile e dell’abbigliamento (16,3%, pari a 1.012 miliardi di lire). Spostando l’attenzione sui beni importati, il 31,7% delle importazioni provinciali (pari a 1.613 miliardi di lire) è stato determinato da prodotti chimici e fibre sintetiche e artificiali, il 12,6% (642 miliardi di lire) da macchine elettriche ed apparecchiature elettriche e il 12,1% (618 miliardi di lire) da macchine ed apparecchi meccanici. Questo momento di difficoltà che l'economia manifatturiera locale sta attraversando, sembra coinvolgere, seppur con intensità diversa, le imprese indipendentemente dalla destinazione economica delle produzioni (beni di investimento, beni finali e beni intermedi). Per quanto concerne invece i diversi settori economici, incrementi produttivi, rispetto al corrispondente periodo del 2000, si registrano nel settore della chimica, mentre consuntivi negativi provengono dalla gomma e plastica, dal tessile e dalla meccanica. I prezzi delle materie prime nel corso del trimestre sono leggermente diminuiti. Il livello delle scorte di prodotti finiti è ritenuto adeguato dal 90% delle imprese e i prezzi medi dei prodotti finiti risultano in lieve flessione rispetto al trimestre precedente, confermando segnali di raffreddamento sul versante inflazionistico. Le aspettative degli imprenditori manifatturieri locali per i prossimi mesi sembrano evidenziare un atteggiamento di cautela, con una prevalenza di attese di stazionarietà per quanto riguarda sia i livelli produttivi sia l’andamento della domanda estera e interna. Le informazioni raccolte con l’indagine si riferiscono ad un periodo di massima precedente gli attentati terroristici; diviene pertanto difficile stabilire al momento le possibili ripercussioni sull’economia in seguito agli eventi dell’11 settembre e quindi una valutazione più precisa, meno influenzata dall’impatto emotivo, sarà possibile solo nei prossimi mesi. Ciò nonostante si è deciso di porre alle aziende interpellate nei giorni scorsi per l’indagine congiunturale la seguente domanda: ”Sta registrando un peggioramento degli ordinativi interni o esteri a seguito degli attentati terroristici in USA e delle conseguenti azioni militari in corso?”. Il 59,5% delle aziende ha dichiarato “No, nessun peggioramento”, il 21,5% “Si, minimo”, il 5,1% “Si, molto forte” e il 13,9% “Non sa”. Le risposte sembrerebbero indicare che non vi è stato un effetto psicologico rilevante sugli ordinativi, anche se occorre tenere presente che l’attività produttiva mantiene un’evidente inerzia che potrebbe ritardare gli effetti negativi di quello shock. Alle aziende è stata posta anche quest’altra domanda relativa all’Euro “La sua azienda tiene già la contabilità in EURO?” Dalle risposte raccolte emerge che solo il 30,4% ha dichiarato di tenere già la contabilità anche in euro. Per quanto riguarda il numero di imprese presenti sul territorio provinciale, dall’analisi dei dati forniti da Movimprese risulta che alla fine del mese di settembre al Registro Imprese della Camera di Commercio di Varese sono iscritte 68.194 unità, l’86,9% delle quali (pari a 59.235) attive. Rispetto a 12 mesi prima l'incremento delle imprese attive è stato complessivamente dell’1,8% (+1.050 unità). Anche a livello nazionale e regionale il saldo per le imprese attive è stato positivo e pari rispettivamente a +1% e +1,9%. Scendendo più nel dettaglio, le imprese attive in provincia sono cresciute, sempre su base annua, del 5,5% nei servizi di intermediazione monetaria e finanziaria (+81 unità); del 5,5% nelle costruzioni (+503 unità); del 5,1% nei trasporti (+91 unità); del 4,7% nelle attività immobiliari, noleggio, informatica e ricerca (+383 unità), mentre si sono ridotte nelle attività manifatturiere e nel commercio rispettivamente dello 0,5% (-59 unità) e dello 0,6% (-90 unità). Per quanto concerne la forma giuridica le ditte individuali manifestano un incremento dell’1,5%, attestandosi a quota 32.685, quelle di persone un aumento dello 0,5% (da 15.922 a 16.000 unità) e quelle di capitale una crescita del 5,8% (da 9.235 a 9.766 unità). Anche il settore artigiano manifesta nel trimestre una situazione di sofferenza, che sembra interessare in particolar modo il settore tessile-abbigliamento. Nei primi otto mesi dell'anno, in base ai dati forniti dalla Commissione Provinciale Artigianato e ancora provvisori, l'Albo Imprese Artigiane registra un saldo tra iscrizioni e cancellazioni positivo per 35 unità (contro le 154 nello stesso periodo del 2000), che porta la consistenza a fine periodo a 23.099 imprese artigiane operanti in provincia di Varese. Tale risultato scaturisce da un numero complessivo di iscrizioni pari a 1.289 (1.328 nel periodo gennaio-agosto del 2000) e da un numero di cessazioni pari a 1.254 (1.174 nel periodo gennaio-agosto del 2000). L'industria edilizia provinciale, secondo gli operatori del settore, presenta risultati nel complesso positivi, con un portafoglio ordini ancora soddisfacente. Le attività di costruzione di alloggi destinati alla vendita risultano abbastanza ferme nell'area di Varese, mentre sono attive nell'area di Saronno e Busto Arsizio. Secondo gli operatori del settore in provincia di Varese il commercio in sede fissa segnala nel periodo estivo una ripresa delle vendite, che interessa sia il comparto non food sia, soprattutto, il comparto food. Dall'analisi per singole categorie emergono segnali positivi per tutti i comparti, con l’eccezione dei settori cura per la persona e elettronica, che presentano un calo delle vendite in termini reali rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Il settore turistico in provincia di Varese, secondo gli operatori del settore, ha risentito immediatamente dei tragici eventi dell’11 settembre, accusando un calo dei flussi turistici. Nell’area del lago, dopo la flessione ad agosto del turismo di passaggio, si è, infatti, assistito a settembre ad un crollo delle prenotazioni da parte dei turisti stranieri, soprattutto americani ma anche europei. Subito dopo gli attentati terroristici anche nell’area di Varese e nell’area di Malpensa il turismo si è ridotto sensibilmente. Per quanto concerne il settore agricolo, l’andamento climatico del terzo trimestre è stato caratterizzato da clima secco e molto caldo. Durante i mesi di luglio e agosto le precipitazioni, su buona parte della provincia, sono state assenti o di scarsa quantità e i primi acquazzoni di una certa entità si sono verificati nell’ultima settimana di Agosto, purtroppo spesso associati a venti e, per zone limitate, anche alla grandine. Settembre ha portato con sé piogge e nuvole che hanno finalmente permesso una diminuzione delle temperature e un parziale aumento dell’acqua contenuta dal terreno. Per quanto riguarda lo stato colturale i cereali autunno-vernini hanno presentato delle produzioni medie superiori a quelle dell’anno precedente; i prati stabili hanno risentito poco del clima secco e caldo producendo tagli di secondo e terzo raccolto di quantità paragonabili a quelle delle annate precedenti e le patate sono andate a maturazione regolarmente. Con riferimento agli allevamenti zootecnici, per il settore lattiero bovino il periodo estivo rappresenta tradizionalmente una stagione “calma “ dal punto di vista degli allevatori; le variazioni della consistenza di stalla sono poche e la produzione cala leggermente, anche per l’effetto del caldo sugli animali. Il settore ovi-caprino è come sempre il più dinamico, le produzioni provinciali di carni, latte e formaggi sono ancora stabili. Il settore suinicolo è in ripresa dato che è rientrato l’allarme AFTA e si è tornati ad allevare e riprodurre in azienda. Infine, il settore apistico risulta tuttora flagellato dal problema “Varroasi”; il temibile acaro continua a creare problemi agli apicoltori e purtroppo i sistemi di contenimento risultano spesso non del tutto efficienti e le famiglie, indebolite dal parassita, non riescono ad essere produttive con negative conseguenze sulla redditività d’impresa. Nel settore creditizio gli operatori della provincia hanno riscontrato una crescita su base annua sia della raccolta sia degli impieghi, anche se inferiore rispetto ai valori evidenziati a livello nazionale. Per quanto concerne il mercato del lavoro, nel terzo trimestre si assiste a una contrazione delle ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni, sia per la componente ordinaria sia per quella straordinaria. Nel dettaglio, gli interventi ordinari si riducono rispetto allo stesso periodo dell'anno del 6,4%, con una flessione complessiva di 25 mila ore, e quelli straordinari del l’82,3% (pari in valore assoluto a –430 mila ore). Sotto il profilo settoriale, le richieste più numerose provengono dal settore tessile e abbigliamento (348 mila ore), che raggiunge un’incidenza del 76% sul totale. Il bilancio relativo ai primi nove mesi dell’anno evidenzia una contrazione complessiva degli interventi di Cassa Integrazione Guadagni dello 0,5%, che è la risultante di un aumento del 5,4% di quelli ordinari e di una flessione del 17,9% di quelli straordinari. Ancora il settore che più ricorre alla Cassa Integrazione Guadagni risulta quello del tessile abbigliamento con 1.825 mila ore pari al 64,1% del totale.

di Bob Decker

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