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SVEZIAEstrema destra, verso uno storico traguardo

17.09.10 - 17:56
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Estrema destra, verso uno storico traguardo

STOCCOLMA - Trentun'anni, capelli scuri e impomatati, occhiali da vista all'ultima moda. L'estrema destra in Svezia non si presenta sotto forma di un vichingo biondo e slavato ma nei panni di Jimmi Akesson, classe 1979, da cinque anni leader dei Democratici di Svezia (SD), il partito di estrema destra che si appresta a varcare la soglia del 4% alle elezioni di domenica e fare il suo ingresso storico nel parlamento di un Paese la cui scena politica è stata dominata per quasi ottant'anni dai socialdemocratici.

Dopo Belgio e Olanda, dove le correnti ultranazionaliste di destra sono state premiate alle ultime elezioni, l'ondata xenofoba e anti-immigrazione che sta investendo l'Europa si prepara ad abbattersi anche sulla patria di Ikea.

In Svezia, il partito di Akesson non solo si avvia ad ottenere un risultato unico nella sua storia (dallo 0,37% ottenuto alle elezione del 1998 ad un 5-8%, secondo il partito) ma rischia di trovarsi in una posizione di forza nel nuovo parlamento dal momento che nè la coalizione di centro-destra del premier uscente Fredrik Reinfeldt nè i socialdemocratici di Mona Sahlin sembrano in grado di ottenere una vittoria di maggioranza. Questi ultimi potrebbero addirittura realizzare il loro peggior risultato elettorale negli ultimi 100 anni.

Così, il giovane leader che di recente ha dichiarato che "l'Islam è la più grande minaccia straniera per la Svezia dai tempi della Seconda Guerra Mondiale" potrebbe diventare l'ago della bilancia nel governo di un paese composto per il 14% da immigrati di origine irachena, polacca, slava. Negli ultimi giorni di campagna elettorale sia Reinfeldt che Sahlin hanno categoricamente escluso una collaborazione con il partito di estrema destra ("non li toccherei neanche con le pinze", ha detto il premier uscente) mettendo in guardia gli elettori sui pericoli di un successo di SD.

Ma intanto, Akesson ha già cominciato a gongolare: "per il semplice fatto di trovarci in parlamento, li spaventeremo e li costringeremo ad adattarsi. Vogliamo essere i giullari di corte così che gli altri partiti adottino le nostre politiche", soprattutto in fatto di immigrazione. E di welfare. Anche su questo infatti l'estrema destra ha puntato la sua campagna elettorale, in uno stato che del suo stato sociale ha fatto un motivo di vanto in tutto il mondo.

L'immigrazione di massa sta corrodendo il nostro welfare, urlava ieri Akesson in un comizio davanti a poche decine di sostenitori circondati da 200 poliziotti e centinaia di contestatori che protestavano al suono delle 'vuvuzelas'. "La nostra priorità è chiara, ripristinare lo stato sociale svedese". Nello stesso momento, da un'altra parte della città, il ministro delle Finanze Anders Borg chiedeva agli attivisti di centro-destra di "pregare gli elettori, per il bene della Svezia, di non votare SD".

Sullo sfondo di elezioni difficili, un Paese che ha fatto registrare una ripresa economica tra le più forti in Europa e uno stato delle finanze pubbliche tra i più sani dell'Ue. Risultati che però, sottolinea l'opposizione socialdemocratica, hanno comportato grossi tagli alle tasse e, di conseguenza, al famoso welfare 'dalla culla alla tomba'.

ATS
 

Foto d'apertura: Keystone

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