Il presidente del Consiglio ha scelto di rivolgersi ai giudici a causa delle domande formulate il 26 giugno da Giuseppe D'Avanzo e per un articolo pubblicato il 6 agosto dal titolo ""Berlusconi ormai ricattabile, media stranieri all'attacco: Nouvel Observateur teme infiltrazioni della mafia russa".
Ma il cardine dell'iniziativa giudiziaria intentata dal presidente del Consiglio, riferisce l'articolo pubblicato oggi in seconda pagina dalla "Repubblica", sono però le domande rivolte a Silvio Berlusconi, "ripetutamente pubblicate sul quotidiano" e "per più di sessanta giorni", come sottolineano i suoi avvocati.
Si tratta, secondo il parere dei legali del premier, di "domande retoriche" che "non mirano ad ottenere una risposta del destinatario, ma sono volte a insinuare nel lettore l'idea che la persona 'interrogatà si rifiuti di rispondere".