Cerca e trova immobili

Dal MondoREGIO INSUBRIA: Mandava la moglie a battere, arrestato

28.09.00 - 07:49
L'ennesima squallida storia di sfruttamento della prostituzione nel Varesotto.
REGIO INSUBRIA: Mandava la moglie a battere, arrestato
L'ennesima squallida storia di sfruttamento della prostituzione nel Varesotto.
VARESE. Terzo sconcertante episodio di sfruttamento della prostituzione quello emerso in queste ore grazie ad una operazione della Squadra Mobile di Varese. Questa volta a finire in manette è stato un giovanissimo albanese che, secondo l’accusa, mandava la moglie, con la forza, a battere sui marciapiedi del Varesotto. Il blitz che ha portato in manette il 26enne Quazim Bani di Kucove e trapiantato in Italia, è scattato nei giorni scorsi al termine di una indagine non certo facile. Secondo quanto accertato, lei, una 22enne, da parecchio tempo doveva prostituirsi nelle zone boschive di Cairate e dintorni portando al marito somme oscillanti attorno al milione di lire ogni volta. In caso di mancata, o scarsa, consegna: giù botte. Pare che, addirittura, l’avesse anche costretta in più di una occasione ad abortire in quanto una gravidanza avrebbe compromesso il “lavoro” e, soprattutto, i “profitti”. Ben diversa la realtà che lui avrebbe, invece, dipinto, sempre secondo l’accusa, ai nonni materni che ancora vivono in Albania con il figlioletto nato pochi mesi or sono proprio dalla coppia di giovani. La ragazza, con regolare permesso di soggiorno in Italia, era già stata identificata in tempi recenti durante una retata compiuta, anche in quel caso, dalla Mobile varesina, consentendo di assicurare alle Patrie Galere (per quanto lo si vedrà) un buon numero di “magnaccia” in attività da quelle parti. Durante una serie di appostamenti, l’attenzione degli investigatori è caduta su un’auto che, in diversi momenti della giornata, si avvicinava solo a quella meretrice. Successivi riscontri hanno portato all’identificazione del “pappone” di turno in Quazim Bani, fra l’altro clandestino già espulso dal territorio italiano quando venne caricato su un aereo e rispedito al suo Paese di provenienza. Ma le vie dei trafficanti di “merce umana” (tale è il modo con cui tengono in considerazione i clandestini) sono davvero infinite e le Forze dell’Ordine varesine se lo sono ritrovato fra i piedi. Adesso, almeno per un po’, dovrebbe restare nel carcere di Busto Arsizio a disposizione del Sostituto Procuratore Masini. Di sicuro può scordarsi il denaro in contanti, alcuni milioni di lire, rinvenuto nell’appartamento in cui vivevano i due extracomunitari. Il fermo, invece, è scattato nei pressi della stazione di Rho dove lei era scesa dal treno per salire sulla vettura del marito pappone. Ad attenderli anche gli Agenti della Mobile.
Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE