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Dal MondoSondaggio finanze: svizzeri scettici su futuro Avs e allergici a nuove imposte

14.07.03 - 14:12
Sondaggio finanze: svizzeri scettici su futuro Avs e allergici a nuove imposte
BERNA - Quasi un terzo degli Svizzeri crede che non riceverà la rendita vecchiaia. Lo indica il sondaggio annuale effettuato dal Dipartimento federale delle finanze (DFF), secondo il quale il 26% (22% nel 2002) delle persone interrogate sostiene che non vedrà mai un soldo delle quote versate per l´Avs. Tenendo conto del 6% di indecisi, afferma un comunicato del DFF diffuso oggi, l´insicurezza serpeggia tra circa un terzo della popolazione attiva, soprattutto per coloro compresi nella fascia d´età 25-34 anni.

I tre quarti delle 1500 persone intervistate - 78%, +5 punti percentuali rispetto all´anno scorso - sa che nei prossimi vent´anni il numero di pensionati aumenterà nettamente rispetto alla popolazione attiva. Nonostante l´incremento degli scettici, il 68% - 73% nel 2002 - del campione interrogato pensa ancora che la sua Avs non sia a rischio. Tra la classe d´età 25-34 anni, tale ottimismo è meno visibile, giacché solo la metà sostiene che riceverà la rendita vecchiaia: si tratta di un calo di 12 punti percentuali. Il 45% (-10 punti) parte invece dal presupposto che non vedrà il becco di un quattrino.

Il grado di fiducia nell´assicurazione vecchiaia e supertiti èpiù accentuata nella Svizzera tedesca (70%) che il Romandia (63%). Divergenze d´opinione anche tra i sessi: solo il 64% delle donne - 71% per gli uomini - crede nella sicurezza del primo pilastro. Tra gli scettici, la ripartizione è più uniforme, scrive il DFF. L´incredulità colpisce anche i pensionati: il 21% pensa che la generazione che li seguirà ben difficilmente potrà contare su una rendita di vecchiaia. Simili dati sono stabili rispetto all´anno scorso, indica il DFF, ma denotano un peggioramento piuttosto marcato rispetto al 2001, quando il tasso di fiducia era ancora del 76% tra i pensionati contro il 71% dell´inchiesta attuale.

Il confronto col 2001 va fatto con le dovute cautele: il sondaggio di quest´anno è stata compiuto in marzo e aprile, in un frangente in cui i problemi finanziari si sono riacutizzati.

No a nuove imposte

Al pari dell´anno scorso, gli Svizzeri non piuttosto allergici a nuove imposte. In caso di crisi, il 48% vorrebbe una riduzione delle prestazioni statali, mentre il 26% è favorevole a un incremento del carico fiscale. Il 16% parteggia per un ulteriore indebitamento della Confederazione. Tra le tasse preferite figura un aumento dell´Iva: il 42% non disdegnerebe un intervento dello Stato su questo balzello, piuttosto che sull´imposta federale diretta (31%) o la creazione di nuove imposte (18%).

Simili valori sono paragonabili a quelli ottenuti nel sondaggio 2002, precisa la nota del DFF. Anche tra le due maggiori regioni linguistiche non si notano scarti enormi. Tuttavia il rifiuto dei Romandi per nuove tasse è più accentuato (21%), mentre un maggior numero di francofoni è meno propenso a tagliare le prestazioni statali (44%). Il 19% accetterebbe di buon grado un maggior indebitamento dello Stato.

Gli Svizzeri vivono in un paese fiscalmente vantaggioso ma non lo sanno: questo è un altro dei dati diffusi dal DFF, secondo cui il 57% delle persone interrogate pensa che il carico fiscale - imposte più contributi alla disoccupazione e Avs ma senza premi malattia - nella Confederazione sia più forte (33%), o uguale (24%), a quello vigente nei paesi dell´Unione europea. Solo il 30% (33%) sa che non è il caso. Sono sopratttuto i Romandi a ritenersi "spremuti" dal fisco.

Prestazioni dello stato

Nonostante tali dati, il rapporto tra carico fiscale e prestazioni ricevute rimane ancora buono in Svizzera, anche se i segnali d´insofferenza stanno aumentando. Il 64% degli Svizzeri - 67% nel 2002 - riconoscono allo Stato un buon (abbastanza buono) rapporto prezzi/prestazioni. Il 30% lo giudica invece insufficiente. Anche in questo caso i Romandi hanno il "muso" più lungo: il 42% non è soddisfatto di quello che riceve in cambio dallo Stato per quello che ha sborsato, mentre nella Svizzera tedesca gli scontenti sono il 25%.

Segreto bancario: 40% favorevole allentamento, ma la maggioranza lo vuole mantenere

Gli Svizzeri sono bene informati (70%, +1 un punto percentuale) circa il campo di applicazione del segreto bancario e le leggi per contrastare gli abusi. Il 58%, stessa percentuale del 2002, è favorevole al suo mantenimento nella forma attuale, mentre il 28% - +1 punto - chiede che venga tolto anche per combattere l´evasione fiscale. L´11% domanda che sia abolito.

Debiti dello Stato

Per quanto riguarda le domande di base relative all´indebitamento dello Stato, i risulati del sondaggio confermano i dati del 2002. Il 52% degli interrogati ha indicato una somma compresa tra i 100 e i 150 miliardi di franchi (122 lordi in realtà). Il 22% pensa che il debito sia inferiore ai 100 miliardi, mentre il 7% (+3 punti) crede che sia superiore ai 200 miliardi. Solo il 32% (34% nel 2002) sa che buona parte delle spese della Confederazione è destinata al settore sociale. Come nel 2002, scrive il DFF, molti indicano - soprattutto in Romandia - le spese per la difesa al primo posto, mentre in realtà occupano solo il terzo. Sottovalutate le spese per i trasporti, che occupano pur sempre il secondo posto.



ATS

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