Scrittore prolifico e giornalista, nel 1997 gli venne conferito il Premio Schiller per l´insieme della sua opera, mentre nel 1985 e 1986 fu finalista al Premio Nobel per la letteratura assieme a Max Frisch e Friedrich Dürenmatt.
Piero Scanziani era nato a Chiasso nel 1908, da Antonio - giornalista - e Linda Tenchio. Trascorse l´infanzia e l´adolescenza a Losanna, Milano, Lugano, Mendrisio e Como. Terminato il liceo Parini di Milano, nel ´28 esordì come giornalista alla Gazzetta Ticinese. Si trasferì poi a Roma, quindi a Milano.
Dal ´38 al ´45 si spostò a Berna, dove lavorò dapprima come capo del servizio italiano dell´Agenzia Telegrafica Svizzera, in seguito quale corrispondente e inviato dei giornali "Der Bund", "Basler Nachrichten", "La Suisse", "Corriere del Ticino", "Gazette de Lausanne", "L´Illustré", "New York Times", e le agenzie stampa United Press e Reuter.
Nella capitale federale scrisse anche le sue prime opere di narrativa: "La chiave del mondo" e "I cinque continenti", romanzi pubblicati a Milano nel 1941 e 1942. Dopo la parentesi elvetica, Scanziani fece ritorno a Roma nel 1946 come corrispondente di giornali internazionali. Lì uscirà "Felix", romanzo del 1952 e miglior opera narrativa al Premio Viareggio e Premio Schiller.
Naturalista, Scanziani compilò tra l´altro "L´enciclopedia del cane". Dal 1946 al 1960 nel canile dello zoo di Roma ricostruì e diffuse l´antica razza del mastino napoletano.
Lasciato il giornalismo d´informazione intorno al 1950, Piero Scanziani scrisse per vari periodici di Milano e di Roma, per radio e televisione (una trentina di testi), per il cinema (sceneggiature e regia di documentari) e un testo teatrale nel 1965, l´unico nella sua produzione letteraria: il dramma "Alessandro", Premio Ugo Betti.
Nel 1967 fondò a Chiasso le Edizioni Elvetica pubblicando una trentina di volumi d´autori svizzeri di lingua italiana. Nel corso della sua lunga attività, Scanziani fu anche presidente dell´Istituto di relazioni letterarie italo-svizzere dell´Università dell´Aquila, vicepresidente dell´Istituto di cultura italosvizzero di Roma e degli Scrittori. Nel 1969 il romanzo "Libro bianco" ricevette il Premio internazionale Veillon e nel ´70 il romanzo "Entronauti" il Premio cattolico Maria Cristina.
A metà del 1971, lo scrittore lasciò Roma, per ritirarsi nel Canton Ticino a Sagno, non lontano da Mendrisio, dove continuò a lavorare. Nel 1975 diventò direttore assieme a Giancarlo Vigorelli della rivista internazionale "L´Europa letteraria e artistica".
Nel 1978 l´Università dell´Aquila gli conferì la laurea in lettere ad onore, nell´85 ricevette il Premio Internazionale Mediterraneo e infine nel 1989 il Premio europeo "Lorenzo de Medici" per la narrativa.
ATS