Per lo più, parlando in pubblico, gli Stati Uniti hanno collegato la richiesta di esenzioni dalla giurisdizione della Corte alla necessità di proteggere da azioni legali motivate politicamente i soldati statunitensi impegnati in missioni all´estero. Ma nelle discussioni private con gli alleati è emerso che sono invece i leader politici al centro della discussione. L´esempio che è stato portato dagli Stati Uniti a questo proposito è quello dell´ex segretario di Stato Henry Kissinger, oggetto di azioni legali negli Stati Uniti e in Cile per aver aiutato il colpo di stato del generale Augusto Pinochet nel 1973. "Sono gli Henry Kissinger che stanno loro a cuore, non i tenenti Calley del futuro", ha detto la fonte: il tenente William Calley venne condannato all´ergastolo per il massacro di My Lai in Vietnam.
Ufficialmente la posizione del Dipartimento di Stato è che non c´è distinzione tra militari e civili nella preoccupazione americana di proteggere i loro rappresentanti da azioni legali politicizzate. Ma secondo quanto ha spiegato il funzionario americano lo spostamento dell´enfasi dai militari ai leader civili "è risultato convincente per ottenere l´assenso iniziale alle esenzioni da due alleati europei chiave".
Intanto, all´ONU la Corte Penale ha fatto un passo avanti significativo con la messa a punto del sistema di designazione dei giudici che dovranno in futuro pronunciarsi sui crimini più gravi come il genocidio, i crimini contro l´umanità e i crimini di guerra. Il presidente della prima assemblea degli Stati partecipanti alla definizione dello statuto della Corte, il principe giordano Zeid Rahad Zeid al-Hussein, ha annunciato che un consenso è stato trovato prendendo in considerazione le preoccupazioni dei Paesi europei e di quelli del Sud, che temevano che il vecchio continente fosse sovrarappresentato.
ATS