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INTERVISTARuth Dreifuss al Festival: "Scoprire non solo il cinema, ma anche le persone"

14.08.13 - 16:14
L'ex consigliera federale Ruth Dreifuss è una fedelissima del Festival del film Locarno. Intatto il suo impegno culturale, sociale e politico
Ti Press
Ruth Dreifuss al Festival: "Scoprire non solo il cinema, ma anche le persone"
L'ex consigliera federale Ruth Dreifuss è una fedelissima del Festival del film Locarno. Intatto il suo impegno culturale, sociale e politico

LOCARNO - È un'appassionata di cinema. È una fedelissima. Non manca mai al Festival del film Locarno e la sua presenza è molto apprezzata. Ancora oggi la fermano per strada e, se possibile, si fanno fotografare con lei. È stata la prima donna presidente della Confederazione. Stiamo parlando dell'ex consigliera federale Ruth Dreifuss, che ieri abbiamo incontrato all'aperitivo ufficiale del Soccorso operaio svizzero sezione Ticino, storico fornitore delle bici pardate al festival. C'era un altro celebre ex della stanza dei bottoni, Moritz Leunberger. Presente anche il regista svizzero Yves Yersin (a Locarno con “Tableau noir”, selezionato per il concorso internazionale), di cui tutti ricordano il memorabile film "Les petites fugues". Uno dei film preferiti dell'ex ministra dell'Interno.
 
Ruth Dreifuss lei viene sempre a Locarno per la sua passione del cinema?
Amo moltissimo il cinema, la settima arte. Un'arte che conosco molto bene, meglio di molti altri. Ma vengo soprattutto a Locarno perché mi piace l'ambiente. Mi piace incontrare le persone, parlare con loro di cinema e di molte altre cose. Questa possibilità e facilità di contatto è meravigliosa.
 
Secondo lei in tutti questi anni il festival ha saputo conservare lo spirito delle origini, cioè quello della scoperta?
Certo. Ma Locarno non è soltanto un festival della scoperta, è anche un festival popolare. Il fatto di non essere riservato solo agli specialisti, è una forza. Non solo permette ai distributori di scoprire film che altrimenti non avrebbero mai conosciuto, ma consente agli spettatori e alle spettatrici di vivere insieme la scoperta di un buon cinema.
 
Che cosa ha visto finora che le è piaciuto?
Sono un'appassionata della sezione “Semaine de la critique”. Da anni ormai non mi perdo mai la selezione proposta a Locarno. Quest'anno mi è piaciuto in modo particolare il film “Master of Universe”. È un'opera che permette di capire molto bene che cosa è successo nel mondo bancario negli ultimi quarant'anni. Si comprende come ha perso il contatto con l'economia reale, come ha creato situazioni di esasperata competizione e dipendenza in relazione al lavoro e al denaro.  È un film notevolissimo che suggerisco di andare a vedere.
 
C'è un film che le sta particolarmente a cuore? Un film culto che ha contato molto per lei?
Si (ride), “Les petites fugues” d'Yves Yersin che ho ritrovato con molto piacere poco fa, in occasione della festa per le biciclette pardate del Soccorso operaio. E perché amo questo film? Prima di tutto perché è splendido e poi  perché mostra che cosa è l'AVS, la sua importanza. Nel film è a 65 anni che un bracciante agricolo, che vive nella povertà e che dipende dalla famiglia per cui lavora, trova di colpo e finalmente la libertà. In sella al suo motorino che ha potuto comperare con la sua prima rendita AVS, Pipe ci prende gusto e parte alla scoperta di un'altra vita. Ritengo che non vi sia omaggio migliore all'AVS. Ho fatto capo a questo film e l'ho proiettato un sacco di volte, non solo per introdurre le discussioni  sull'AVS e le modalità di assicurarne la perennità, ma per fare amare le assicurazioni sociali e il loro immenso valore.

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