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CANTONEQuando si vuole realizzare un sogno

18.03.19 - 13:00
Oltre 1'500 adulti in dodici mesi si rivolgono al servizio di orientamento. Beltrami: «Non c'è un'età ideale per la riconversione professionale, dipende dalla motivazione»
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Quando si vuole realizzare un sogno
Oltre 1'500 adulti in dodici mesi si rivolgono al servizio di orientamento. Beltrami: «Non c'è un'età ideale per la riconversione professionale, dipende dalla motivazione»

BELLINZONA - A un certo punto della vita capita di rivedere il proprio futuro professionale. Vuoi per necessità dopo un periodo di disoccupazione, vuoi per il desiderio di potersi finalmente dedicare al lavoro dei sogni. «Ma in ogni caso non è una scelta che si fa dall’oggi al domani» ci dice Rita Beltrami, capo dell’Ufficio dell’orientamento scolastico e professionale, che sottolinea: «Per fare una buona scelta, bisogna esplorare, documentarsi e approfondire». Una fase che il servizio accompagna instaurando un dialogo con la persona in cerca del cambiamento, e proponendo test, stage e colloqui con altri professionisti.

Ogni anno l’ufficio si dedica infatti non soltanto agli allievi al termine delle scuole dell’obbligo, ma anche a numerosi adulti che mirano, appunto, a una riconversione professionale. «Sono persone che arrivano mandate da diversi enti o che sentono il desiderio di rivedere i propri piani» spiega ancora Beltrami, fornendo alcune cifre: tra il 1. settembre 2016 e il 31 agosto 2017 sono 1’573 gli adulti over 20 che si sono rivolte all’Ufficio dell’orientamento. Di queste, 539 avevano più di trent’anni.

Non si può però dire che ci sia un’età più adatta per cambiare lavoro. «Dipende molto dalla persona, dalla motivazione e dalla voglia che ha di seguire una riconversione» afferma la nostra interlocutrice, ricordando l’incontro con una signora di oltre cinquantacinque anni che si sentiva quasi in colpa per aver deciso di affrontare un colloquio di orientamento: «Ma le ho assicurato che è bello, perché significa che ha dei desideri e una voglia di cambiamento».

E a qualsiasi età, nella propria decisione va tenuto conto delle proprie capacità. Dalla scorsa estate il servizio cantonale lo fa, oltre alle consulenze di orientamento individuale, proponendo il bilancio delle competenze, un atelier di quattro mezze giornate che permette di fare il punto sulla propria situazione. «Se cerco il cambiamento dopo un determinato numero di anni in un settore professionale, non chiudo in una scatola tutto quello che so fare, ma c’è tutta una serie di competenze acquisite sia in ambito professionale sia nel proprio vissuto che si possono traslare nella nuova attività» conclude Beltrami.

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La testimonianza: «Il lavoro mi piaceva, ma cercavo altro»

«Il mio lavoro mi piaceva, ma sentivo che non era quello che volevo fare per il resto della vita. Avevo un sogno nel cassetto». Lo racconta Ivan, ventiseienne del Bellinzonese, che dopo quattro anni da cuoco professionista ha deciso di seguire una nuova formazione: da due anni a questa parte sta studiando per diventare infermiere. «Nel settore gastronomico mi mancava la possibilità di aiutare le persone». Una possibilità, questa, che ha trovato nella sanità. «Uno stage in ospedale mi ha permesso di comprendere che era quella la via da seguire». La sua decisione non è comunque maturata da un giorno all’altro. «Ci pensi bene, perché ti rendi conto di non avere più vent’anni e vuoi essere davvero sicuro prima di fare un salto del genere» ci spiega, consigliando: «Se non ci si sente appagati dalla propria attività, non bisogna reprimerlo: l’informazione e uno stage permettono di prendere una decisione».

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