Il nuovo presidente degli Stati Uniti è protagonista della tesi universitaria del 25enne Andrea Anguilla: «Il suo linguaggio in TV farà la storia».
LUGANO - Un uomo che ha già fatto la storia per il modo in cui si è posto in televisione e, in generale, sui media. È Donald Trump visto da Andrea Anguilla, neo laureato in scienze della comunicazione a Lugano. Il nuovo presidente degli Stati Uniti è il protagonista della tesi consegnata dal 25enne una settimana fa. «E ve lo posso dire con certezza, Trump è una specie di borderline. Ha sempre usato un linguaggio forte. Consapevolmente, sapendo di colpire l’opinione pubblica».
La sua tesi si intitola “Uno showman per presidente”. Quali aspetti ha tenuto in considerazione nelle sue analisi?
«Il mio è un ritratto di un imprenditore che ha fatto della persuasione uno strumento per la scalata al potere. Sulla falsariga di quanto aveva fatto Silvio Berlusconi in Italia. Ho prestato particolare attenzione alla dialettica ostentata da Trump. Lui, outsider della politica, ha fatto leva sul suo talento imprenditoriale per convincere gli elettori».
Quanto hanno contato la ricchezza e il lusso di Trump nel suo successo?
«Tanto. Lui ha sempre mostrato con grande furbizia ciò che possedeva. L’elettore medio probabilmente si aspetta che uno come Trump possa fare in modo di creare ulteriore ricchezza nel Paese. C’è la speranza di una ricchezza riflessa».
Torniamo ai discorsi del neo presidente. Cosa l’ha colpita in particolare?
«L’uso di metafore forti. Legate alla guerra, al gioco. E anche all’edilizia, il mondo in cui ha fatto strada. Ha detto cose terribili sul Messico, ipotizzando di costruire una grande muraglia. “Il Messico ci manda le persone peggiori”, ha dichiarato una volta. “L’America è una discarica”, ha tuonato in un’altra occasione, facendo riferimento all’immigrazione. Trump ha fatto spesso riferimento a tematiche emotive, che colpiscono la popolazione. La sicurezza, la criminalità, il lavoro. Sempre con affermazioni choc».
E cosa ne pensa dei suoi affondi contro le donne?
«Un giorno Trump ha dichiarato di potersi comprare qualsiasi donna con i suoi soldi. È una persona senza vergogna. Strafottente. Lo si capisce anche dalla postura con cui si presenta in pubblico. Mostra una sicurezza di sé che colpisce. In televisione il suo modo di comunicare, così sguaiato, è qualcosa di inedito. Non c’è contegno quando parla Trump. Per questo io lo definisco un personaggio borderline».
Che impatto ha questo atteggiamento sull’americano medio?
«Uno pensa di avere finalmente di fronte un candidato che dice le cose come stanno. Senza filtri. Senza paura. Bisogna dire che Trump è un personaggio che conosce molto bene i media. Sa come comunicare. Sa cosa colpisce e cosa no. Nella sua campagna ogni sparata che ha fatto è corrisposta a una scelta consapevole. Il neo presidente degli Stati Uniti ha anche dimostrato come raggiungere il successo nella politica non richieda particolari proprietà intellettuali. Lui si è sempre presentato puntando sul suo successo imprenditoriale. Non nascondendo le sue lacune politiche. E il voto l’ha premiato».