Da Elia Frapolli ad Amalia Mirante, ecco come la campagna verso le elezioni di aprile può diventare low cost e tra la gente. Ma basta l’originalità per spuntarla sugli avversari?
BELLINZONA – Una campagna per le elezioni cantonali? Può costare anche oltre 100'000 franchi. Soldi che Elia Frapolli, ex direttore di Ticino Turismo e candidato PPD al Governo, non ha voluto spendere. «Sprecare una cifra simile non sarebbe un buon esempio per il cittadino». La sua campagna, raccontata via social, consiste nel percorrere il Ticino a piedi. Nell’incontrare la gente faccia a faccia. «Volevo avvicinarmi alla vita e ai problemi reali». Addirittura nell’organizzare eventi di meditazione alla foce del fiume. «E lì, nella natura, si può parlare anche di politica».
Storie per WhatsApp – Frapolli non è l’unico candidato alternativo. Anzi. La socialista Amalia Mirante, ad esempio, ha addirittura reso pubblico il suo numero di cellulare. I cittadini la possono contattare per WhatsApp e possono raccontarle le loro necessità. «Il progetto sta avendo successo – spiega –. Addirittura molte di queste persone poi le incontro dal vivo. La politica parla molto, ma ascolta poco. Voglio dimostrare che questa tendenza si può invertire».
Cronache da bus e treni – Al gruppo dei “tra la gente” si potrebbe aggiungere anche il liberale Nicola Pini, che ancora in tempi non sospetti (si fa per dire) ha deciso di documentare su Facebook e compagnia le sue trasferte sui mezzi pubblici. Un mese senz’auto, in mezzo alle persone comuni, trasformatosi in un buon antipasto di campagna elettorale.
Quando andavamo a prendere il latte con la bottiglia – «Queste forme di riavvicinamento del politico al cittadino – sostiene Francesca Rigotti, specialista in istituzioni e dottrine politiche – fa senz’altro piacere. Ci ricorda i tempi in cui andavamo a prendere il latte con la bottiglia. E ci fa rendere conto di quanto siamo stati scemi a cancellare determinate usanze. Questi politici fanno esattamente quello che si faceva 60 anni fa, ma con i mezzi tecnologici di oggi».
Il lato oscuro – Rigotti, tuttavia, vede anche un aspetto negativo in un simile approccio. «Ascoltare la gente, va bene. Ma la gente può anche desiderare stupidaggini. Farsi paladino dei desideri del popolo è utopico. Ci vuole un filtro. E questo deve essere chiaro sin da subito, anche in campagna».
Così si attira l’attenzione – Il politologo Oscar Mazzoleni analizza la questione da un’altra angolatura. «Questi candidati puntando sull’originalità, riescono ad attirare l’attenzione dei media. Con un piccolo investimento, si ha l'effetto di fare parlare di sé. Ma ciò non significa, per forza, garantirsi un vantaggio sugli avversari».
Un pubblico tradizionale – Quello dell’elettorato ticinese è un bacino che attinge a canali diversificati. «Il classico santino– riprende Mazzoleni – ha, comunque, ancora il suo valore. Se voglio davvero farcela a ottenere la carica, mi basta essere “solo” originale, o devo in ogni caso anche passare da quelle modalità di promozione che il ticinese medio si aspetta da un candidato? È una domanda interessante a cui, al momento, non troviamo risposta»