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CANTONEPapà: un eroe anonimo quotidiano

19.03.15 - 18:09
Ricardo Pereira Mestre, medico e candidato PLR al Gran Consiglio
Papà: un eroe anonimo quotidiano
Ricardo Pereira Mestre, medico e candidato PLR al Gran Consiglio

Diventare padre è una delle avventure più estreme che si possano provare: vedere nascere tuo figlio o tua figlia ti cambia  completamente la vita. La prospettiva cambia radicalmente e ti confronti con dei problemi che prima non ti eri nemmeno posto.

Un padre in Ticino oggi è un guerriero, lotta giorno dopo giorno contro delle condizioni di lavoro sempre più precarie, fatica ad arrivare a fine mese e ha la costante paura di perdere il posto di lavoro. Ritrovarsi senza reddito sarebbe la fine perché la propria famiglia pesa sempre di più sulle sue spalle. Il padre ticinese è un guerriero invisibile, un eroe anonimo in una lotta quotidiana a favore dei propri figli. Quando cade nel bisogno di sussidi molto spesso si sacrifica, accetta ogni tipo di lavoro, perché la famiglia è più importante. I nuclei famigliari con figli, infatti, sono solo una piccola parte di coloro che sono in assistenza. La lotta per pagare i debiti che la società gli impone lo preoccupano sempre di più: casa, affitto dell’appartamento, leasing dell’auto, cassa malattia, tasse sempre più alte, costo della vita. Il papà oggi è sempre più attento all’ambiente perché sa bene che il futuro dei propri piccoli è in pericolo. Ha paura che i propri figli non riescano a formarsi in un ambito che li possa far sentire realizzati, ha il timore che diventino dei disoccupati senza speranza, destinati all’assistenza o che debbano partire per l’estero pur di avere un posto di lavoro che in Ticino gli viene rubato. Il padre oggi è una guida che segue il proprio figlio sportivo d’élite e che vede l’incapacità del proprio paese a promuovere realmente i suoi talenti sportivi, finisce per portarlo all’estero perché non se la sente di negare il suo sogno.

La notte, a volte non riesce a dormire, la paura del divorzio che lo porterà alla rovina, a vivere per pagare gli alimenti, ritrovandosi a dare l’anima per un errore. Se malauguratamente si deve confrontare con una malattia grave dei propri figli, gli tocca viaggiare verso ospedali universitari e verso una cura che a volte non c’è: l’impotenza di fronte al dolore dei propri figli che non si possono difendere, lo logora, e a volte perde la speranza quando sente che lo Stato lo abbandona. Lui sa bene che per tenere un bambino in braccio ti basta solo l’amore, per allevarlo ti serve molto di più, per essere suo padre, ti serve il coraggio di insegnare a vivere a tuo figlio. In questo giorno speciale non dimentichiamo i nostri eroi anonimi quotidiani, e la politica sappia aiutare questa figura famigliare importante che oggi, più che mai, è in difficoltà.

Questo articolo lo dedico a mio figlio, il mio più grande successo, e a tutti i papà che oggi non si arrendono e continuano a lottare.

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