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CANTONENo golf, no party? No grazie!

18.03.15 - 08:13
Andrea Stephani, Candidato al Gran Consiglio N. 82, Lista N. 5 I Verdi del Ticino
No golf, no party? No grazie!
Andrea Stephani, Candidato al Gran Consiglio N. 82, Lista N. 5 I Verdi del Ticino

È notizia di questi giorni che ben undici deputati al Gran Consiglio di PPD, PLR e Lega hanno inoltrato un'interrogazione al governo per domandare una politica "volta ad assicurato un misurato ammodernamento delle infrastrutture turistiche e sportive in zona agricola". Gli esponenti dei partiti (alto) borghesi sono giunti alla conclusione che, a livello turistico, "la destinazione Ticino non potrà mai essere concorrenziale, e nessuno lo vuole, con il turismo di massa; è invece sul turismo di nicchia che occorre puntare e ciò richiede di dotarsi di infrastrutture che, nel rispetto del territorio, siano interessanti e attrattive". Ovvero, campi da golf.

Sì, avete letto bene. Campi da golf. Davvero qualcuno sente la necessità di sapere perché "il Dipartimento del Territorio blocca il golf"? Siamo sicuri che ciò di cui abbiamo bisogno per rilanciare questo martoriato Cantone siano dei campi da golf? Prima di entrare nel merito, mi mi soffermo un istante sulla questione del "turismo di nicchia". Mi limito in questa sede a segnalare che gli stessi partiti che ora si ergono a paladini delle 18 buche hanno recentemente promosso ed appoggiato la controversa Lex Fox Town che ha spalancato le porte a frotte di moderni schiavi del consumo, tentando in maniera un po' goffa di camuffare i clienti compulsivi di non meglio precisati prodotti di lusso (ovvero quelle merci di cui potremmo tranquillamente fare a meno) del noto outlet momò in "turisti della domenica". Mai definizione fu più appropriata, ma, in questo caso, proprio non si può parlare di "turismo di nicchia".

Rimanendo sull'interrogazione in oggetto, ciò che i nostri deputati non hanno forse considerato è l'impatto ambientale della realizzazione di un campo da golf. Nelle Raccomandazioni (datate 1998) dell'Ufficio federale dell'ambiente, delle foreste e del paesaggio e dell'Ufficio federale della pianificazione del territorio per quanto attiene alla disciplina in questione, gli estensori del rapporto fanno notare che la superficie minima di un impianto di questo tipo è di 60-80 ettari e che "è quasi inevitabile che i nuovi progetti generino dei conflitti con altri settori (agricoltura, conservazione delle foreste, protezione della natura e del paesaggio) e costituiscano un nuovo fattore d'incidenza su un paesaggio già compromesso" (p. 7). Ma c'è di peggio: in un luogo ad alto valore ecologico la creazione di un campo da golf ha un "impatto negativo", perché "il tappeto erboso non è in grado di sostituire la funzione ecologica di un prato naturale permanente. L'uso di essenze esotiche o ornamentali incide ulteriormente in modo negativo, poiché offre alla fauna indigena un ambiente senza valore". Piante ed animali a rischio, dunque, perché "le superfici di gioco, inospitali alla flora e alla fauna allo stato selvaggio, possono rappresentare una barriera ecologica e provocare l'isolamento dei biotopi" (p. 17). Il discorso sarebbe leggermente diverso, se il terreno scelto per la costruzione fosse "fortemente banalizzato" (p. 20), ovvero che non rispondesse ai tre criteri (qualità, capacità e funzionalità) che determinano il valore ecologico di un luogo. Ma, in questo caso, dovremmo chiederci quali turisti sarebbero disposti a giocare su un terreno soffocato dall'autostrada e dalla cementificazione selvaggia che caratterizza il fondovalle ticinese, respirando polveri fini e godendo di un'imperdibile vista sull'infinita distesa di capannoni delle nostre aree industriali. A qualcuno sembrerà lapalissiano, ma, viste le recenti proposte a livello cantonale, è meglio ribadirlo: Valera - comparto per il quale la sezione momò del PLR ha proposto la realizzazione di maneggi e golf - non è Crans Montana.

A fronte di queste considerazioni e del fatto che in Ticino esistono già dei campi da golf (a Magliaso e a Losone, ad esempio), pongo di nuovo la domanda: con tutto il rispetto per questa disciplina e per chi la

pratica, nel nostro cantone abbiamo davvero bisogno di nuove strutture? Inoltre, è opportuno che ben undici membri del Gran Consiglio si schierino a favore di un "ambiente senza valore" in nome di una fumosa e opinabile concezione di "turismo di nicchia"?

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