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ELEZIONI FEDERALIPaolo Danielli: “La nostra lotta”

12.10.07 - 09:57
Paolo Danielli, candidato al Consiglio Nazionale per Generazione Giovani, Lista 3, No. 2
Paolo Danielli: “La nostra lotta”
Paolo Danielli, candidato al Consiglio Nazionale per Generazione Giovani, Lista 3, No. 2

"Si avvicinano le elezioni federali del 21 ottobre, gli appuntamenti preelettorali si fanno più intensi. Purtroppo a infuocare il clima non sono i dibattiti televisivi, bensì le sciagurate manifestazioni di violenza e intolleranza tra i gruppi estremisti di destra e sinistra. E non mi riferisco solo allo scempio di Berna, ma a tutti quegli atti e a quelle prese di posizione che favoriscono l’odio tra le persone e tra le fazioni politiche avverse. In Ticino abbiamo una lista giovanile, la Lista 3, che non appartiene né alla destra, né alla sinistra; eppure noi di Generazione Giovani lottiamo con tutte le nostre forze per i nostri ideali, ma con le armi pacifiche del dialogo e della libertà d’espressione. Noi lottiamo per la centralità della persona e del ruolo della famiglia nella società, per la dignità dei lavoratori, per contrastare la disoccupazione giovanile, per una vera integrazione degli stranieri, per la competitività delle piccole e medie imprese, per una tutela concreta dell’ambiente. Lo facciamo difendendo i nostri valori, con lo sguardo rivolto al futuro. Noi crediamo che il federalismo e la democrazia diretta, i prodotti più belli che ha sfornato la storia del nostro Paese, siano ancora oggi incredibilmente moderni. Il federalismo e la democrazia diretta sono la soluzione ideale anche in futuro per la convivenza pacifica, solidale e proficua delle diverse culture, religioni e tradizioni, come pure tra le diverse regioni e amministrazioni della Svizzera. E quindi devono essere salvaguardati dai tentativi di centralizzazione di Berna e dai pericoli di eccessiva armonizzazione auspicata da alcuni partiti a scapito delle autonomie cantonali.
Sono convinto che per risolvere gran parte dei problemi con i quali siamo confrontati, occorre innanzitutto migliorare la formazione dei giovani, sia quella professionale che quella scolastica ai vari livelli. La scuola, in particolare, con la sua struttura piuttosto rigida, deve aprire delle finestre sulla realtà! Lo sviluppo delle tecnologie di comunicazione ed elaborazione dell’informazione stanno modificando il modo di dialogare e di convivere tra le nuove generazioni. Senza una cultura scientifica, difficilmente si può discutere di temi con i quali siamo confrontati nella nostra vita personale e sociale dal momento che le scienze e le tecnologie hanno diramazioni in ogni settore. Senza una cultura umanistica, difficilmente si può discutere di civica, di politica e di socialità, di arte, di letteratura, di diritti fondamentali dell’uomo. Senza una cultura religiosa difficilmente si può discutere di integrazione e di libertà, di giustizia e di pace. La scuola, attraverso l’educazione e un insegnamento che sappia trovare degli spazi in cui fare cultura, potrà quindi avere un ruolo ancora più fondamentale nella crescita dei giovani.
Politici, professionisti, studiosi e scienziati non possono pretendere di sostituirsi ai cittadini sugli aspetti fondamentali per la società. È una questione di democrazia!"

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