Cerca e trova immobili

ELEZIONI FEDERALIFranco Cavalli: "Il Ticino deve diventare un polo d'attrazione"

18.09.07 - 07:48
"Berna deve capire che aiutando il Ticino a diventare un polo d'attrazione per l'Italia del nord, ne assicurerà lo sviluppo economico e tutto il processo andrà a vantaggio di tutta la Svizzera". A parlare è Franco Cavalli. Protagonista del secondo appuntamento con i candidati al Consiglio degli Stati alle elezioni federali, è il socialista Franco cavalli che dice: "Vorrei una svizzera più moderna, più giusta, più orientata verso il futuro". E poi le accuse: "Molti politici si comportano come puri lobbyisti
None
Franco Cavalli: "Il Ticino deve diventare un polo d'attrazione"
"Berna deve capire che aiutando il Ticino a diventare un polo d'attrazione per l'Italia del nord, ne assicurerà lo sviluppo economico e tutto il processo andrà a vantaggio di tutta la Svizzera". A parlare è Franco Cavalli. Protagonista del secondo appuntamento con i candidati al Consiglio degli Stati alle elezioni federali, è il socialista Franco cavalli che dice: "Vorrei una svizzera più moderna, più giusta, più orientata verso il futuro". E poi le accuse: "Molti politici si comportano come puri lobbyisti

Per quali tematiche ticinesi intende battersi a Berna? E per quali motivi?
"La tematica principale che io vedo è quella di un maggior riconoscimento da parte di Berna del ruolo che il Ticino gioca e deve giocare (a vantaggio anche del resto della Svizzera) nel collegamento nord-sud, agendo quale elemento di collegamento tra il Norditalia ed il Centroeuropa. A livello federale si è spesso preso nota del ruolo, per esempio, che Basilea gioca nella cosiddetta " Regio Basilensis" o del ruolo che Ginevra gioca verso il vicino territorio francese. Penso alla "libertà" che è stata data a Basilea di tentare degli approcci istituzionali con tutte le strutture sanitarie del sud della Germania. Penso che un diritto simile debba essere fatto valere dal Ticino, in tutti i settori: da quello della salute (dove possiamo giocare un ruolo importante nel polo d'attrazione) a quello industriale e della ricerca. All'interno di questo complesso, il Ticino deve battersi (anche fare la sua parte) per una realizzazione più equa degli accordi bilaterali, non da ultimo esigendo un controllo maggiore se necessario anche con l'aiuto di Berna. Secondo me si inscrive in questo capitolo anche la necessità di richiedere a Berna un maggior aiuto a tutto quanto ha a che fare con il nascituro polo di ricerca ticinese: dall'USI alla SUPSI, dal Centro di calcolo di Manno all'IRB di Bellinzona. Per il Ticino questo è un grosso atout, anche per quanto riguarda la sostenibilità dello sviluppo economico. Lo stesso discorso vale per le vie di comunicazione: non solo dobbiamo richiedere una realizzazione rapida della galleria del Ceneri, am anche un maggiore sforzo con una realizzazione immediata del collegamento con Malpensa e di una "metropolitana" che inglobi le città ticinesi con Varese e Como. Riassumendo: Berna deve capire che aiutando il Ticino a diventare un polo d'attrazione per l'Italia del nord, ne assicurerà lo sviluppo economico e tutto il processo andrà a vantaggio di tutta la Svizzera".

Quali cambiamenti vorrebbe vedere a livello svizzero?
"Vorrei una svizzera più moderna, più giusta, più orientata verso il futuro. In poche parole: meno soldi per l'esercito, più soldi per la ricerca, miglior garanzia della sostenibilità delle assicurazioni sociali (per esempio azzerando il deficit dell'AI, usando possibilmente l'enorme riserva aurea della Banca Nazionale). Contrariamente all'evoluzione degli ultimi anni, vorrei poi che si garantisco uno sviluppo equilibrato di tutte le regioni: non concentriamo tutto su Zurigo, ma investiamo di più nelle zone periferiche. Questo vale soprattutto per il servizio pubblico e le vie di comunicazione.

Secondo lei di cosa ha bisogno oggi la Svizzera?
"Di opensare meno al passato e di pensare di più al futuro: spesso non ci accorgiamo che il mondo attorno a noi sta cambiando molto rapidamente. Questo vale non solo per i problemi climatici, ma vale anche per le nuove realtà mondiali (Cina, India), ma anche per un sentimento sempre più diffuso che richiede maggiore solidarietà ed uguaglianza. L'era dei super-manager retribuiti con varie dozzine di milioni sta terminando: una società veramente moderna esige una maggiore uguaglianza di possibilità per tutti".

Leggendo i blog di politica emerge un atteggiamento di sfiducia nella politica e nei politici da parte della popolazione. Secondo lei perché, e come bisognerebbe correre ai ripari?
"Secondo me questo fenomeno è meno allarmante in Svizzera che non in molti paesi esteri (per esempio l'Italia). Però c'è anche da noi. In parte è dovuto al fatto che molti politici sono o si comportano come puri lobbyisti di interessi economici particolari. D'altra parte però è sicuramente anche vero che forze politiche soprattutto di destra manipolano questi sentimenti a scopi elettorali: questa è sempre stata in tutti gli ultimi cento anni, una delle tattiche usate da queste forze politiche. Per contrastare questi sentimenti negativi, secondo me c'è una sola ricetta: i politici devono abituarsi a "dire pane al pane e vino al vino", devono vivere in modo coerente con le idee che confessano e devono smetterla di difendere interessi particolari e pensare nuovamente di più all'interesse generale".

Quattro problematiche di cui si parla spesso: integrazione, ambiente, disoccupazione e costi della salute. Qual è la sua posizione in merito a queste temi?
Integrazione: "È molto importante che si investa molto di più di quanto si è fatto sinora nell'integrazione. è l'unico modo per evitare la creazione di ghetti, per evitare che, anche da noi, capitano poi delle rivolte come è stato il caso delle zone suburbane francesi".

Ambiente: "È un problema estremamente urgente. I cambiamenti climatici sono davanti agli occhi di tutti ed avranno pesanti conseguenze anche economiche. Ma la mia preoccupazione è soprattutto per le conseguenze sulla nostra salute, conseguenze che si manifestano con sempre maggiore evidenza. In questo campo: smettiamola solo di parlare e diamoci tutti una mossa".

Disoccupazione: "Mi preoccupa soprattutto quella giovanile. C'è una sola ricetta: investire di più nella formazione giovanile, nelle scuole professionali e nella ricerca".

Costi della salute: "Aumentano in tutto il mondo, a causa dell'evoluzione demografica e del progresso tecnologico. Da noi pesano però molto di più soprattutto sulla classe medio-bassa, perché siamo l'unico paese civile ad avere l'incredibile sistema dei premi di cassa malati uguali per tutti. Questo è un enorme vantaggio per la classe più abbiente ed un peso economico sempre crescente per la classe medio-bassa. E' finalmente ora di avere un sistema con premi proporzionali al reddito. Per contenere i costi, poi, sia la scienza economica che l'esperienza mondiale mostrano che bisogna rafforzare i poteri pianificatori dello stato: non c'è altra soluzione.

RED
Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE