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ArchivioINTERVISTA: Secondo Gigi Proietti...fare bilanci accorcia la vita

11.04.00 - 16:31
A Campione d’Italia grande successo di Gigi Proietti con .
INTERVISTA: Secondo Gigi Proietti...fare bilanci accorcia la vita
A Campione d’Italia grande successo di Gigi Proietti con .
Quest’anno compie 60 anni ma non li dimostra per niente anche perché conserva la stessa vitalità, simpatia, dinamicità che possedeva agli esordì, quando debuttò nella metà degli anni sessanta in televisione con
I Grandi Camaleonti
. Gigi Proietti riesce a conquistare tutti appena apre bocca e lo ha fatto anche sabato sera a Campione d’Italia con
Prove per un recital
, un one-man-show che ha riconfermato le grosse capacità istrioniche di un prim’attore di indubbia classe. Lo spettacolo è un resoconto di alcune sue macchiette divenute ormai dei cavalli di battaglia della sua carriera e che noi abbiamo potuto apprezzare più volte nei vari passaggi televisivi, di cui Proietti in quest’ultimo periodo non è stato avaro. La sua lunga esperienza gli permette di conoscere tempi e misure perfette per strappare la risata al pubblico e lo fa con quel suo modo di essere gigione che lo spettatore ha ormai da lungo tempo apprezzato e amato, e lo dimostra il successo popolare ottenuto in questi ultimi anni con i vari Maresciallo Rocca e Avvocato Porta. Proietti ha aperto lo spettacolo ironizzando sull’uso del dialetto romano e del gerundio. “Io non so raccontare barzellette” dice Proietti in apertura. Sa bene che non è vero, e attacca subito a raccontare la storia di un maiale: applausi e risate non mancano. Gioca sapientemente con il pubblico rendendolo partecipe nella mitica scenetta del racconto mimico. Accompagnato da un’orchestra si diverte a cantare e a parodiare noti brani. Ecco quindi che la ballata brechtiana di Mackie Messer tratta da
L’Opera da tre soldi
diventa La ballata di Pietro Ammicca, e il
Ne me quitte pas
, brano classico di Jacque Brel diventa
Nun me rompe er ca’
mandando in visibilio il pubblico. Tra samba, rumba, merengue e cha cha trovano posto anche le parodie sul teatro No cinese, sulla dannunziana Pioggia del pineto, recitata per l’occasione in pugliese, e sull’Inferno di Dante che finisce per sfociare in
New York New York di Liza Minnelli e in O sole mio, cantati con tanto di gesto plateale. La macchietta del vecchietto smemorato che vuole a tutti i costi raccontare una fiaba di cui egli stesso non rammenta nulla chiude la sua esibizione. Non manca il bis richiesto, a più voci, dal pubblico presente in sala: Proietti attacca il classico Gastone, che tanto gli ha portato fortuna in passato. Alla fine dello spettacolo lo abbiamo raggiunto nel suo camerino per una piacevole conversazione.

Lei ha una lunga carriera alle spalle. Ha fatto molta televisione.
Di televisione ne ho fatta molta ultimamente, soprattutto da dieci anni a questa parte. Prima facevo di tanto in tanto degli show che non avevano moltissimo esito.

Beh, Fatti e Fattaci nel 1976 vinse la rosa d’oro di Montreux.
Sì è vero, lo ricordo con molto piacere. Fu un ottimo show. È uno dei pochi che ricordo proprio perché non è ho fatti moltissimi. Ho fatto molta TV a partire dal 1991 con lo sceneggiato Un figlio a metà che ottenne un grossissimo successo. Da quel momento i direttori dei palinsesti si accorsero che facevo audience e allora nacquero tante altre fiction fino al Maresciallo Rocca.

Come vede la TV di oggi?
La vedo da seduto e la vedo poco. Soprattutto quella di seconda serata. Guardo la fiction e ogni tanto il varietà anche se lo trovo molto in difficoltà. Prima un varietà durava un’ora oggi ne dura tre: allestire uno spettacolo di tre ore per ogni settimana è un’impresa impossibile per cui bisogna ricorrere ai quiz, ai giochetti, alle telefonate, e a tutte le altre scemate.

Si è mai innamorato artisticamente di qualcuna?
Mah, direi Loretta Goggi. Tutt’ora ne sono innamorato, sempre artisticamente s’intende, anche perché ha un marito che mena pure. Credo che sia l’unica artista veramente completa, in grado di essere convincente sia nelle parti drammatiche che nelle commedie.

Ha recitato accanto a donne bellissime: Sofia Loren, Monica Vitti, Stefania Sandrelli, Ornella Vanoni, e addirittura Jodie Foster. Chi l’ha colpita di più?
Sì, sono stato molto fortunato a conoscere tutte queste donne affascinanti. Mi colpì soprattutto Jodie Foster, allora era giovanissima, quasi una bambina. Insieme recitammo in Casotto. Quando è venuta a Roma per presentare Anna e il re, sono rimasto molto sorpreso in quanto appena mi ha visto mi ha subito riconosciuto. Jodie Foster mi ha colpito anche per la sua serietà con la quale ha affrontato la sua carriera di attrice in un paese difficile come gli Stati Uniti. Poi in genere mi hanno colpito un po’ tutte, per fortuna nessuna mi ha colpito con il posacenere.

Qual è il rapporto di Proietti con Internet?
Ahimè, e lo dico con estremo dolore, io sono un po’ negato. Pensa che io possiedo il videoregistratore solo per vedere l’orario. Ho una figlia che, meno male, è molto esperta di Internet e quindi ad ogni occasione mi rivolgo a lei. Ho provato a dedicarmi a Internet, ma mi ci vuole un po’ più di tempo. Non un tempo cronologico, ma un tempo più mentale. Certo cose le si apprendono con più facilità quando si è giovani, con questo non voglio dire che sono rincitrullito, ma devo avere più tempo a disposizione.

Con il Maresciallo Rocca ha acquistato molta popolarità. Le assomiglia molto questo Maresciallo?
In realtà assomiglia molto più a mio padre e io ho fatto di tutto affinché gli assomigliasse. Mio padre come il Maresciallo era un persona buona, ma non buonista. Forse mi assomiglia di più l’Avvocato Porta, un ruolo che ho apprezzato maggiormente.

Tutto quello che lei fa, riesce a farlo bene. Come fa?
Beh, in ambito professionale forse è vero. Ma in altri campi assolutamente no. Ad esempio in campo finanziario faccio tutto male, e quindi è meglio che lei non si faccia mai consigliare da me. Vuole sapere qual è il segreto del mio successo? Io mi diverto e quindi sono disposto anche a stancarmi, a lavorare tantissimo.

Che cos’è il teatro per lei?
È un fatto di complicità, come qualsiasi forma di comunicazione dal vivo. È la cosa più bella del mondo perché è un gioco, ma attenzione, non un scherzo. Per giocare bisogna essere in due, se il pubblico accetta di giocare con te allora il teatro diventa un qualcosa che procura grande gioia espressiva. Se il pubblico non accetta di giocare con te, perché non sei capace di conquistarlo, allora gli spettatori si trasformano in leoni e possono sbranarti.

Progetti futuri?
Sai come mi chiamano spesso? Gigi Progetti. Di progetti ce ne sono tanti. Sto pensando di prendere un grande teatro a Roma e dedicarmi all’attività teatrale, senza ovviamente tralasciare tutto il resto. Poi, insomma, io quest’anno compio sessanta anni. Ma non chiedetemi di fare bilanci perché non ne faccio mai. Credo che fare bilanci accorci la vita.

Senza bilanci Gigi Proietti si congeda da noi dandoci appuntamento al suo prossimo successo.

di Sal Feo

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