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LUGANOLAC: da Biancaneve ad Hamlet passando per gli Assetati

03.10.17 - 12:00
Una nuova settimana di spettacoli in collaborazione con il Festival Internazionale del Teatro e della scena contemporanea
LAC: da Biancaneve ad Hamlet passando per gli Assetati
Una nuova settimana di spettacoli in collaborazione con il Festival Internazionale del Teatro e della scena contemporanea

LUGANO - Prosegue al LAC la rassegna del FIT Festival Internazionale del Teatro e della scena contemporanea in collaborazione con LuganoInScena: ritorna la Compagnia Trickster-p, premio svizzero del Teatro 2017, con uno dei loro cult “B”, la rivisitazione della fiaba di Biancaneve in forma installativa; mentre la coppia di registi Deflorian/Tagliarini porta in scena “Il cielo non è un fondale”, un’indagine del fenomeno irreversibile dell’urbanizzazione dei paesaggi e dei modi di vivere. Infine, gli ultimi due appuntamenti imperdibili del FIT Festival sono “Assetati”, una mise en espace a cura di Caterina Gozzi, e “Hamlet” di Boris Nikitin che vede sul palco Julian Meding, accompagnato da un quartetto barocco.

Rivisitazione di Biancaneve - In Teatrostudio il 4 e 5 ottobre (ore 18:00) e il 6 ottobre (ore 17:00) ritorna la Compagnia Trickster-p con un percorso sonoro individuale di 35’ (entrata ogni 20’) attorno alla fiaba di Biancaneve: un viaggio intimo e personale in cui ogni singolo spettatore è invitato ad interagire attraverso il proprio immaginario. Seconda tappa di una trilogia dedicata alla fiaba, che ha avuto il suo inizio con lo studio su Hänsel e Gretel, “B” nasce come rilettura della fiaba classica “Biancaneve”, scritta dai Fratelli Grimm. Rappresenta il passaggio dall’infanzia all’adolescenza ed è il frutto di una ricerca incentrata sulla contaminazione tra diversi linguaggi. In “Biancaneve” c’è qualcosa che si trova costantemente in bilico tra due opposti: i binomi vita-morte, lusso-povertà, immacolato-impuro costituiscono la radice su cui si innesta tutto l’impianto narrativo. Lo spettatore si muove in solitudine da uno spazio all’altro: grandi sale abbandonate, il buio della foresta, i letti vecchi e consunti dei nani. Un crepitio, un cigolio, un sussurro. Guidati da odori, suoni e ambienti luminosi, si esplorano gli aspetti più reconditi, abissali e moderni di “Biancaneve”.

Il cielo non è un fondale - Dopo il successo della tournée di “Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni”, Daria Deflorian e Antonio Tagliarini tornano al FIT Festival con “Il cielo non è un fondale”, in scena in Sala Teatro venerdì 6 ottobre alle ore 20:30. Il punto di partenza è il fenomeno irreversibile dell’urbanizzazione dei paesaggi e dei modi di vivere. Quando siamo al riparo, al caldo, cosa pensiamo dell’uomo che è fuori, sotto la pioggia? Sulla scia di un’osservazione di Albert Camus, secondo cui siamo troppo spesso inclini a scambiare la nostra vita interiore per la nostra vita d’interni, quattro performer frugano, abitano, esplorano la nostra condizione urbana nel tentativo di stanare un problema complesso, ecologico, etico, collettivo. Senza alcun artificio, aprono un dialogo tra finzione e la realtà, la figura e lo sfondo, l’interno e l’esterno.

Assetati - In Teatrostudio sabato 7 ottobre alle ore 18:30 la mise en espace di Caterina Gozzi del testo “Assetati” del regista francese di punta Wajdi Mouawad. Una storia onirica e vibrante attraversata da interrogativi presenti in tutta la drammaturgia dell’autore: l’identità, la scrittura, la finzione e il senso della bellezza. Un testo sulla giovinezza e la memoria, temi cari a Mouawad. Trovare un significato nella vita è una ricerca di assoluto. Boon, un antropologo forense, durante un incarico di lavoro si trova davanti ad una scoperta che scuote la realtà: in fondo all’acqua, hanno trovato due corpi intrecciati da così tanto tempo che si sono fusi l’uno con l'altro. Attraverso la storia di Murdoch, giovane in crisi sul senso dell’esistenza, misteriosamente scomparso quindici anni prima, e quella di Norvège, ragazzina immaginaria, Boon rivede la sua adolescenza e lascia rimbalzare lo spettro di un sogno abbandonato. Assetati di vita, di senso e di futuro, Murdoch e Norvège sono messaggeri di questioni esistenziali che muteranno il rapporto al mondo dell’ormai adulto Boon. Dal 2006 al 2012, “Assetati” è stato messo in scena 250 volte in vari paesi tra cui Canada, Francia, Belgio, Spagna, Danimarca e tradotto in 20 lingue.

Hamlet - Il FIT Festival si conclude domenica 8 ottobre con lo spettacolo “Hamlet” di Boris Nikitin, in scena in Sala Teatro alle ore 20:30. Accompagnato da un quartetto barocco, il performer e musicista elettro Julian Meding, con una presenza androgina e vacillante, appare come un Amleto destabilizzato da un mondo che percepisce come falso e ingannevole, fino a quando decide di fingere la pazzia e giocare con la sua stranezza. È o non è: egli diventa l’attore della propria vita. Il cantante racconta la sua vita: ma è reale? Parla della sua infanzia, di come ha costruito la sua personalità, il suo rifiuto dell’impotenza e la sua necessità di agire su ciò che lo circonda. Meding invita sul palco il quartetto barocco di Basilea “Der musikalische Garten”, perché la musica è immagine della forza invisibile che tormenta Amleto e Meding. Spettacolo in tedesco, sopratitoli in italiano.

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