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CANTONETutto pronto per LuganoMusica

15.09.16 - 06:00
Al via al LAC giovedì 22 settembre con Dutoit e Chamayou
Foto Marco Borggreve
Il pianista francese Bertrand Chamayou.
Il pianista francese Bertrand Chamayou.
Tutto pronto per LuganoMusica
Al via al LAC giovedì 22 settembre con Dutoit e Chamayou

LUGANO - Apertura in grande stile per la seconda edizione al LAC di LuganoMusica, con la Royal Philharmonic Orchestra, la compagine nazionale britannica, guidata dal suo attuale direttore principale Charles Dutoit. Formatosi tra Losanna – sua città natale – e Ginevra, Dutoit è considerato uno degli eredi spirituali di Ernest Ansermet, maestro che ebbe modo di conoscere direttamente Stravinskij e di lavorare con lui. Questo aspetto rende particolarmente significativa la scelta di affidare a Dutoit la direzione, nel corso di più anni, di alcuni dei massimi lavori del compositore russo. Per la stagione 2016/17 il titolo proposto è una pagina nodale nella multiforme traiettoria creativa tracciata da Stravinskij nella sua lunga carriera: il balletto La sagra della Primavera che, al suo apparire nel 1913 a Parigi nella stagione dei Balletti russi di Diaghilev, fece enorme scalpore per la novità assoluta della concezione. Una partitura in cui l’impasto sonoro della grande orchestra viene rivoluzionato, con un peso inedito dato a fiati e percussioni rispetto agli archi, e in cui la componente ritmica, con la sua ossessività motoria, è persino più importante di quella melodica.

Ironico e divertente l’accostamento di Saint-Saëns a Stravinskij, dal momento che il compositore francese, già piuttosto anziano nel 1913, fu tra coloro che più rimasero scossi dall’ascolto della Sagra e che abbandonarono la sala prima che la rappresentazione, contestatissima (complici anche le irriverenti coreografie del folle genio di Nijinkij), avesse termine. Ad interpretare il suo Quinto ed ultimo concerto solistico per pianoforte, detto “Egiziano”, LuganoMusica ha invitato uno dei più intelligenti e dotati pianisti della nuova generazione, il francese Bertrand Chamayou. Un artista che ama spaziare dal grande repertorio romantico alla musica d’oggi, collaborando con giganti quali Henri Dutilleux e György Kurtág, e che affianca spesso il proprio talento a quello di altri interpreti, dal Quartetto Ysaÿe alla violoncellista Sol Gabetta, per coltivare la sua passione per la musica da camera. Fanno da sipario iniziale alla serata le Danze polovesiane di Borodin, un autore russo come Stravinskij, ma appartenente alla generazione precedente, quella che vide nascere il Gruppo dei Cinque - cui Borodin apparteneva pur essendo un chimico per professione e un compositore solo nel tempo libero - con la volontà di ritrovare un’anima  musicale profondamente russa, svincolata dalle suggestioni della tradizione mitteleuropea. Una posizione che Stravinskij in qualche modo sconvolgerà, creando non uno ma diversi nuovi linguaggi personali all’insegna del cosmopolitismo più eclettico, pur senza dimenticare le melodie e i ritmi della sua terra, che proprio nella Sagra trovano un’inedita e potente celebrazione.

 

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