Un transessuale che vive a Los Angeles, Bree, sta risparmiando i soldi per fare l'ultimo intervento, quello che lo renderà definitivamente donna, quando riceve la chiamata di un ragazzo di New York in cerca del padre che non ha mai conosciuto
LUGANO - Vi ricordate la casalinga disperata che nell'omonimo telefilm aveva a che fare con 3 bambini pestiferi ed era quotidianamente sull'orlo di un esaurimento nervoso? Felicity Huffman la ritroviamo in "Transamerica", il film di Duncan Tucker, da venerdì nelle sale cinematografiche della Svizzera italiana.
La parola alla critica
Il Foglio: "Strepitosa Felicity Huffman (...) Prendetelo come un “Tutto su mia madre” appena un po’ più brusco. Oppure come il più originale “on the road” visto di questi tempi: tenerissimo, commovente, pieno di battute e situazioni degne di Billy Wilder".
Il corriere della sera: "Una trans-gedia greca? No, un buffo road movie alla Easy Rider (...), un grottesco work in progress sui ruoli di famiglia, esposizione di ciò che è iper americano: ma non è un film malsano su quel che hai sotto la gonna. (...) Audace senza scandali, con la super magnifica e credibile Felicity Huffman di Desperate Housewives , la commedia del deb Duncan Tucker è classica, un po’ acida e assai divertente".
La Repubblica: "Non si vede spesso una commedia con tante virtù: civiltà di propositi, ottimi dialoghi, ritmo vivace, bella fotografia, una grande interpretazione. (...) Lei (Felicity Huffman, ndr), la statuetta, se la meriterebbe tutta; per come ha sottoposto il corpo a un trucco deformante e delicato insieme, calandosi poi in un personaggio che è un crogiolo di dolore, humour, amarezza, determinazione. Trovare tanta umanità in un "carattere" cinematografico è cosa che, in una stagione, capita un numero di volte da contare sulle dita".
La Stampa: "Un'interpretazione che si può davvero definire straordinaria. (...) una personificazione di gran classe e coinvolgente emozionalità. Ma l'intero cast funziona perfettamente, ben intonato com'è al coerente e stilizzato disegno della regia".
Il Giornale: "(...) Il beffardo titolo, Transamerica, anticipa lo scabroso tema, affrontato con encomiabile ironia, mischiata a fastidiose concessioni al cattivo gusto, dal coraggioso (ma nemmeno tanto, di questi tempi) e ruffiano esordiente Duncan Tucker (...). Tirando le somme un film sgradevole, eppure tenero, che cerca di non scivolare, riuscendoci solo in parte, sul terreno infido. Certe scene mettono i brividi, anche di disgusto, altre sfiorano la commozione. (...) Strepitosa l'imbruttita casalinga disperata Felicity Huffman"
New York Times: "La performance di Felicity Huffman è eccitante. Definirla convincente è riduttivo. E' una perfetta metamorfosi".
Hollywood Reporter: "Un road movie di umorismo delirante. Interpretazioni straordinarie, scenografie eccellenti, fotografia memorabile"