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SVIZZERAÈ morto Pio Corradi

03.01.19 - 10:55
Lo scorso anno il cameraman aveva vinto il Premio del cinema svizzero
Keystone
È morto Pio Corradi
Lo scorso anno il cameraman aveva vinto il Premio del cinema svizzero

ZURIGO - Lutto nel mondo del cinema svizzero: il cameraman Pio Corradi, vincitore nel 2018 del Premio del cinema svizzero, è morto il giorno di Capodanno all'età di 78 anni.

La notizia del decesso, riportata dai quotidiani del gruppo Tamedia, è stata confermata a Keystone-ATS dalla direttrice delle Giornate del cinema di Soletta Seraina Rohrer.

Corradi era un ospite gradito alle Giornate di Soletta, l'ultima volta nel 2018 con il suo lavoro dietro alla macchina da presa per il documentario "Köhlernächte" del regista Robert Müller. Per questa opera Corradi ha ricevuto dall'Ufficio federale della cultura il Premio del cinema svizzero come migliore operatore di ripresa.

Discendente di terza generazione di uno scalpellino mantovano emigrato in Svizzera, Pio Corradi è nato il 19 maggio 1940 a Buckten, nel cantone di Basilea Campagna. Ha frequentato per due anni l'Alta scuola di arti applicate di Basilea e ha poi completato un apprendistato come fotografo. Nel 1964 si trasferisce a Zurigo e diventa assistente di diversi operatori di ripresa dell'epoca.

Per la prima volta ha diretto la macchina da presa nei documentari "Kleine Freiheit" (1978) e "Guber - Arbeit im Stein" (1980) di Hans-Ulrich Schlumpf. Corradi ha lavorato a più di 100 fra documentari e lungometraggi, tra i quali spiccano opere di Fredi M. Murer come "Höhenfeuer" (Pardo d'oro nel 1985 al Festival del Film di Locarno) e "Vitus" (2006). Fra le opere più note e premiate si possono inoltre citare "Candy Mountain, diretto da Robert Frank (1987), e "Il viaggio della speranza" di Xavier Koller, che nel 1990 vinse l'Oscar per il miglior film straniero.

Pio Corradi è inoltre stato operatore di ripresa in numerosi film dedicati ad artisti, scrittori e musicisti: fra questi Meret Oppenheim, Mani Matter, Mich Gerber, Dieter Roth, Peter Bichsel, Urs Fischer, Varlin, Thomas Hirschhorn e Giovanni Segantini.

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