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LOCARNOSi aggira una ladra di libri. Può essere ovunque

06.08.17 - 08:00
Occhi aperti: nel film “Severina” , concorso Cineasti del presente, una misteriosa donna si nutre di... furti letterari. Da vedere al Locarno Festival in prima mondiale il 6 agosto
Si aggira una ladra di libri. Può essere ovunque
Occhi aperti: nel film “Severina” , concorso Cineasti del presente, una misteriosa donna si nutre di... furti letterari. Da vedere al Locarno Festival in prima mondiale il 6 agosto

LOCARNO - Beh, insomma, diciamocelo subito: l'amore per i libri e per la letteratura spinge spesso nelle sale cinematografiche anche i più scettici, perché qualcosa resta sempre attaccato. In fondo è successo anche con “Severina”, film di Felipe Hirsch, presentato a Locarno in prima mondiale nella categoria concorso Cineasti del presente. Alla fine quel che resta di vero e reale è la letteratura, un libro, le parole incise pagina dopo pagina, che sanno lenire il dolore, riconciliare con la vita.

Protagonisti, oltre ai libri, un librario malinconico che aspira a diventare scrittore e una giovane e misteriosa donna, un'impenitente ladra di libri che entra nella vita del libraio scompigliando la sua vita, forse un poco monotona e regolata da una routine fin troppo familiare

Il film si apre con l'immagine di un incontro letterario moderato da una lettrice, mentre il titolare della libreria è perso tra i suoi pensieri, in cui culla le sue velleità di scrittore. Finché un giorno entra nel suo negozio una donna esile e pallida, che freme alla vista dei libri. Si ferma, li guarda, li osserva e furtivamente se li porta via. Nascosti nelle pieghe del cappotto, o nei pantaloni. Una, due, tre volte.

Il librario se ne accorge quasi compiaciuto, attratto come è da quella figura misteriosa che parla poco. Tra un libro rubato e l'altro restituito – perché Ana, la ladra, verrà scoperta molto presto - nasce una relazione amorosa tortuosa, complessa, puntellata di cose non dette menzogne, zone oscure.

Innamorato, ciecamente innamorato, quando il librario scopre che Ana ruba in molte altre librerie e che nella sua vita c'è un uomo anziano molto importante e ingombrante, diventa geloso, possessivo e ossessivo. Quella che credeva la sua musa, assolutamente unica e privata, entrata nella sua vita – e soprattutto nella sua libreria – in modo dirompente, è in realtà una donna piena di zone d'ombra con una immenso bisogno di libertà e di indipendenza. Quasi fosse l'eroina di un romanzo romantico o la protagonista di un giallo. Due generi tanto distanti, come le distanze che Ana cerca di mettere anche con le persone che ama, dice o crede di amare

Il film scorre sullo schermo come se si sfogliassero le pagine di un libro, che assume una propria centralità e vitalità in tutti i 103 minuti della pellicola. Saggi, romanzi, poesie: le parole lette durante gli incontri letterari, si liberano tra le quattro mura della sua libreria che brulica di persone, mentre le parole scritte segnano il destino dei protagonisti. Di chi ha subito furti nella propria libreria e non ha affatto gradito (come un collega libraio); di chi si è lasciato portare via non solo i libri, ma anche una personale visione dell'amore.

Perché il film, dove il misterioso compagno anziano di Ana muore in circostanze solo in apparenza misteriose, parla anche delle delusioni amorose, di una relazione voluta disperatamente da uno, ma vissuta in modo soffocante dall'altra. E la ladra di libri, che scompare nello spazio di un mattino, non lascerà alcuna traccia, se non un libro. In fondo la sola cosa reale e duratura che il malinconico libraio potrà tenere ancora nelle sue mani.

Da vedere: domenica 6 agosto, ore 11.00, PalaCinema sala 1; lunedì 7 agosto, ore 16.15, L'altra sala; martedì 8 agosto, ore 23.00, PalaCinema sala 2

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