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ITALIASegantini e la sua Svizzera in un film

07.07.16 - 14:36
Dall'8 luglio al 2 agosto, presso lo Spazio Oberdan Milano, si potrà scoprirne l'eccezionale talento nella pellicola "Giovanni Segantini: magia della luce"
Segantini e la sua Svizzera in un film
Dall'8 luglio al 2 agosto, presso lo Spazio Oberdan Milano, si potrà scoprirne l'eccezionale talento nella pellicola "Giovanni Segantini: magia della luce"

MILANO - Fu un anarchico, emarginato, clandestino, ma soprattutto un pittore dal carisma ineguagliabile: Giovanni Segantini spese la sua breve vita, conclusasi a soli 41 anni sulle montagne dell'Engadina, nel cercare di ricreare nei suoi quadri la vertigine dell'altitudine, le tensioni vitali date dal contatto diretto con la natura, la luce unica delle alte quote.

Dall'8 luglio al 2 agosto, presso lo Spazio Oberdan Milano, si potrà scoprirne l'eccezionale talento nel film "Giovanni Segantini: magia della luce", biografia intensa e poetica del grande pittore di fine Ottocento per la regia dello svizzero Christian Labhart, presentato dalla Fondazione Cineteca Italiana in anteprima durante il Festival di Trento 2016.

Il film propone al pubblico un ritratto intimo e accurato del grande artista, svelandone infanzia e adolescenza, il rapporto con la madre, l'erotismo, e le tante crisi interiori che il pittore dovette affrontare nel corso della vita spesa tra Trentino, Lombardia e Svizzera.

Nato il 15 gennaio 1858 ad Arco, in Trentino, Segantini a sette anni perde la madre e viene mandato a Milano, dove più tardi frequenta l'Accademia di Belle Arti di Brera. Si stabilisce nella Brianza, dove comincia a dipingere con accuratezza scuri paesaggi e scene contadine, con i pastori e gli animali. Di questo periodo si ricorda in particolare "Ave Maria a trasbordo".

Solo dopo il trasferimento a Savognin (GR), nel 1886, ai piedi del passo dello Julier, il suo stile e i suoi colori si fanno più audaci. Nel 1894 si sposta nel piccolo villaggio di Maloja, dove conduce vita solitaria e dove vede la luce la sua opera forse più famosa, "Trittico delle Alpi", ideata per l'esposizione universale di Parigi del 1900. Non sarà però mai completata: una grave peritonite coglie infatti l'artista mentre sta dipingendo una tela sullo Schafberg, monte sopra Pontresina, e pochi giorni dopo - il 28 settembre 1899 - sopraggiunge la morte, a soli 41 anni.

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