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STATI UNITI"Rocky è stato il mio successo più grande, una delle poche cose che mi sono riuscite davvero bene"

30.12.15 - 14:05
È tempo di bilanci per Sylvester Stallone, quasi 40 anni dopo l'uscita al cinema del primo capitolo della saga. Con 'Creed' c'è ancora profumo di nomination all'Oscar
"Rocky è stato il mio successo più grande, una delle poche cose che mi sono riuscite davvero bene"
È tempo di bilanci per Sylvester Stallone, quasi 40 anni dopo l'uscita al cinema del primo capitolo della saga. Con 'Creed' c'è ancora profumo di nomination all'Oscar

LOS ANGELES - "La mia vita è fatta per il 96% di fallimenti e per il 4% di successi, ma Rocky è stato il mio successo più grande, una delle poche cose che mi sono riuscite davvero bene". Per Sylvester Stallone, a 40 anni dall'uscita del film, è tempo di bilanci.

Ora, quarant'anni dopo la sua uscita nelle sale - la premiere ebbe luogo a New York, il 21 novembre 1976 - Rocky viene celebrato in vari modi.

Intanto è in uscita Creed - Nato per combattere, settimo film della popolare saga, che vede Rocky Balboa appendere i guantoni al chiodo e allenare per la vittoria Adonis (Michael B. Jordan), figlio del suo primo rivale (e amico) Apollo Creed. Diretto da Ryan Coogler, il regista di Prossima fermata Fruitvale Station, il nuovo film è uscito negli Usa durante il fine settimana del Ringraziamento. Ha incassato molto bene al botteghino ed è stato osannato dalla critica americana, che vorrebbe addirittura Stallone fra i prossimi candidati all'Oscar nella categoria 'non protagonista'.

In Creed infatti Rocky non combatte sul ring, ma ingaggia una battaglia ben più importate, contro il cancro. E questo match, atipico, potrebbe davvero portarlo sulla strada della sua seconda candidatura all'Oscar: "Sarebbe davvero incredibile, ma non voglio crederci", si schernisce l'attore, 70 anni il prossimo 6 luglio, che nel 1976 aveva ricevuto una nomination da protagonista proprio per il primo Rocky. "Certo, avrei voluto avere una carriera più varia. Invidio Tom Hanks che ha fatto un lavoro incredibile, ma io ogni volta che ho tentato di fare qualcosa di diverso mi sentivo rispondere che stavo solo cercando di cambiare faccia al mio personaggio".

Anche la città di Philadephia ha un rapporto conflittuale con Rocky, suo illustre e virtuale concittadino. Una statua alta tre metri del pugile era stata posta accanto al Museo dell'Arte, in cima alla scalinata resa celebre dagli allenamenti di Rocky, ma poi era stata spostata perché considerata simbolo di un'arte minore che mal si sposa con quella, più nobile, celebrata nel museo.

Eppure Rocky Balboa è un pezzo così importante della storia del cinema americano da essere a buon diritto considerato arte con la A maiuscola: nel 2003 l'American Film Institute ha classificato il personaggio di Rocky al settimo posto della classifica dei ruoli cinematografici più riusciti di tutti i tempi.

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