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MobilitàI treni merci assorbiranno CO2 dall’aria

19.08.22 - 09:00
Ridurre l'anidride carbonica viaggiando: l'idea è venuta a una start-up americana.
CO2Rail
Rendering di un vagone merci per il filtraggio della CO₂.
Rendering di un vagone merci per il filtraggio della CO₂.
I treni merci assorbiranno CO2 dall’aria
Ridurre l'anidride carbonica viaggiando: l'idea è venuta a una start-up americana.
In collaborazione con i ricercatori di molte università, è stato sviluppato un metodo per assorbire biossido di carbonio dall’aria e immagazzinarlo grazie ai vagoni dei treni merci.

Alcune tecnologie per la lotta ai cambiamenti climatici sembrano così futuristiche da far pensare immancabilmente a un film di fantascienza. L’esempio più lampante è il progetto «Solar Foods», già presentato in questa rubrica, che utilizza CO2 filtrata dall’aria per produrre alimenti.

Dagli Stati Uniti arriva ora una nuova idea visionaria per assorbire CO2 dall’atmosfera. Il progetto si chiama CO2Rail e il biossido di carbonio viene assorbito dai treni merci in movimento grazie a speciali vagoni appositamente costruiti e integrati nella formazione del treno.

Elettricità dal tetto e dai freni
I vagoni sono dotati di bocchette d’entrata e d’uscita attraverso le quali passa l’aria mentre il treno è in movimento. All’interno del vagone, l’anidride carbonica viene separata dalla corrente d’aria grazie a processi chimici e immagazzinata in serbatoi per essere quindi impiegata nella produzione di metanolo o di combustibili sintetici oppure immagazzinata nel sottosuolo.

Questo permette di risolvere un problema che ostacola il filtraggio della CO2: la cosiddetta tecnologia DAC (Direct Air Capturing), che utilizza anche l’impresa svizzera Climeworks, necessita di elettricità per risucchiare l’aria. In questo caso invece il treno in movimento fa sì che l’aria fluisca direttamente nell’impianto.

Per il processo chimico e l’immagazzinamento è comunque necessaria dell’energia elettrica. Una parte viene prodotta dai pannelli solari montati sul vagone mentre per il resto viene sfruttata l’energia di frenata del treno che genera altra elettricità. «Ogni manovra di frenata produce abbastanza energia da fornire elettricità a venti economie domestiche per un giorno intero», spiega Erich Bachmann, CEO della start-up CO2Rail con sede in Texas.

3000 tonnellate di CO2 all’anno
Estrarre CO2 dall’aria con i treni merci ha anche altri vantaggi, spiega Geoffry Ozin, professore all’Università di Toronto. Gli impianti DAC occupano grandi superfici sia per l’impianto stesso che per le centrali per la produzione di elettricità. La soluzione su rotaia sfrutta invece le infrastrutture esistenti e ciò aumenta anche il gradimento da parte della popolazione.

CO2Rail ha il pieno supporto di intere schiere di ricercatori ed esperti: oltre all’Università di Toronto, tra i sostenitori si trovano anche il Massachusetts Institute of Technology (MIT), la Princeton University e l’Università di Sheffield in Inghilterra.

Nella rivista scientifica Joule sono stati pubblicati recentemente i primi risultati: ogni vagone riuscirebbe a filtrare ogni anno fino a 3000 tonnellate di CO2 dall’aria. I ricercatori stimano una riduzione del CO2 di 0,45 gigatonnellate all’anno fino al 2030 e di 2,9 gigatonnellate all’anno entro il 2050. Per confronto: nel 2019 l’impronta mondiale di CO2 ammontava a 36,7 gigatonnellate.

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