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AttivismoAttivisti ambientali assassinati: cosa si può fare dalla Svizzera?

12.05.23 - 11:00
Dal 2011, oltre 1700 attivisti ambientali sono stati assassinati a livello mondiale:
Fonte: Pixabay
Secondo la ONG Global Witness, dal 2011 sono stati assassinati oltre 1700 attivisti ambientali.
Secondo la ONG Global Witness, dal 2011 sono stati assassinati oltre 1700 attivisti ambientali.
Attivisti ambientali assassinati: cosa si può fare dalla Svizzera?
Dal 2011, oltre 1700 attivisti ambientali sono stati assassinati a livello mondiale:
Messico, Colombia e Brasile sono in testa alla lista. Anche dalla Svizzera possiamo fare qualcosa per contrastare questo fenomeno.

Oltre 1700: secondo l'ONG Global Witness è questo il numero di attivisti ambientali che sono stati assassinati in tutto il mondo dal 2011. Corrisponde a quasi un omicidio ogni due giorni. In verità potrebbero anche essere molti di più. L‘organizzazione parte dal presupposto che le cifre grige siano molto elevate.


Sopravvissuto a una sparatoria

Anche Luis Misael Socarras ha più volte evitato per un pelo di finire nella statistica di Global Witness. Il cinquantatreenne colombiano lotta contro El Cerrejón, la più grande miniera di carbone dall’America latina di proprietà dell’impresa svizzera Glencore. «Tre spari hanno colpito l’auto in cui ero seduto», racconta Socarras a 20 minuti sull’ultimo attentato subito in febbraio. «Sono stato fortunato.» Si è accorto che una moto seguiva da troppo tempo la sua auto e ha deciso su due piedi di cambiare sedile. Poco dopo, gli spari hanno raggiunto il posto vuoto.

Socarras dichiara di aver subito ben otto attentati dal 2002. Riceve inoltre continuamente lettere di minaccia. Lascia ormai il suo villaggio, la cui entrata è sorvegliata da uno dei suoi figli, solo se indossa un giubbotto antiproiettile. «Devo essere costantemente sul chi vive», spiega l’attivista. «Non ho più libertà né una vita sociale.»

Secondo Global Witness, la Colombia è il secondo paese più pericoloso per gli attivisti ambientali e per i diritti umani. Nel 2021 sono stati assassinati 33 attivisti. Peggio di così ha fatto solo il Messico: 54 attivisti. Oltre la metà degli attentati registrati nel 2021 sono avvenuti in Messico, Colombia e Brasile.

 

Attivisti svizzeri per la Colombia

«La nostra lotta in Svizzera è collegata a quella in Messico, Colombia e Brasile», spiega Annika Lutzke di Sciopero per il clima Svizzera a 20 minuti. La ventenne si riferisce al fatto che spesso quelle contro cui lottano gli attivisti dall’altra parte del mondo sono imprese svizzere. Inoltre, il consumo di risorse europeo e svizzero pesa sulle spalle delle comunità al sud del mondo mentre i profitti fluiscono nelle tasche dei Paesi dell’emisfero settentrionale. «Stiamo continuando ciecamente quello che abbiamo iniziato secoli fa», spiega Lutzke facendo riferimento al colonialismo.

Dalla Svizzera possiamo fare qualcosa contro gli omicidi? Sì, dichiara Robert Bachmann di Public Eye a 20 minuti: «il comportamento individuale di consumo ha un influsso importante e consumare consapevolmente può fare la differenza.» Può ad esempio essere d’aiuto orientarsi ai label «fintanto che siamo consapevoli dei loro limiti», viene spiegato sul sito web di Public Eye. Un esempio dall’agricoltura: «vengono pubblicati studi su studi che spiegano che anche gli agricoltori certificati non ottengono prezzi totalmente equi per i loro prodotti e non possono affrancarsi dalla povertà.»

 

Soluzioni strutturali

Public Eye elenca inoltre le misure da attuare per attivarsi nei confronti dei consumi: sensibilizzare chi ci sta attorno, chiedere alle imprese come sono fabbricati determinati prodotti, impegnarsi e attivarsi a livello politico ma soprattutto prestare attenzione al tema dell’ecologia e delle condizioni sociali durante elezioni e votazioni. Un aiuto in questo senso arriva ad esempio dal sito web smartvote.ch.

Tuttavia Bachmann dichiara: spesso la base dei problemi è strutturale e perciò lo devono essere anche le soluzioni. «Servono leggi e regolamenti migliori. La responsabilità non può essere solo dei consumatori.» Public Eye si impegna quindi per un’economia sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale e per far sì che gli attori statali e le multinazionali svizzere rispettino i diritti umani in tutto il mondo.

La responsabilità delle grandi imprese

Una linea di pensiero che ricorda quella dell’iniziativa per multinazionali responsabili: l’iniziativa voleva imporre alle imprese con sede in Svizzera di rispettare i diritti umani e gli standard ambientali internazionali anche al di fuori del territorio nazionale. Nonostante sia stata accettata nel 2020 con una maggioranza popolare del 50,7 per cento, si è incagliata sulla maggioranza dei Cantoni.

È stata però accettata la controproposta indiretta: dal 2023, determinate grandi imprese dovranno presentare rapporti annuali su temi come i diritti umani, l’ambiente e la corruzione.

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COMMENTI
 

Peter Parker 11 mesi fa su tio
Cosa si può fare? Mah, direi che ci stanno gia ci stanno egregiamente

Peter Parker 11 mesi fa su tio
Risposta a Peter Parker
* ci stanno pensando

Arrabbiato 11 mesi fa su tio
💩 🐄 🐖 💩

Granzio 11 mesi fa su tio
... cosa si può fare dalla Svizzera? NIENTE

UnoQualunque1 11 mesi fa su tio
grige: e qua ho detto tutto sul giornalismo ticinese

dan007 11 mesi fa su tio
Forse un giorno saranno degli eroi oggi Dior de dalle loro azioni alcune sono contestabili mi piacerebbe creare un paese dove possano vivere tutti gli attivisti del mondo per dimostrare agli altri cosa saranno capaci di fare

Yoebar 11 mesi fa su tio
Perché la Svizzera deve fare sempre qualcosa per gli altri paesi? E se facessimo qualche cosa per il nostro di paese?

CJ 11 mesi fa su tio
E gli attivisti che bloccano le strade ? Quelli vanno bene ? Per me sono da punire come nel ambito della circolazione stradale si è fatto coi pirati della strada … altro che lo fanno per l’ambiente … siamo una democrazia diretta se vogliono raccolgono le firme e la popolazione vota … forse sanno già che le loro idee sarebbero impallinate dal popolo … perché sarebbero la classe medio bassa a pagare lo scotto più grande … basta ipocrisia che si rispetti la legge dalle multinazionali ai terroristi ambientalisti …

Pensopositivo 11 mesi fa su tio
Risposta a CJ
Fai un pó di confusione...i terroristi ambientali sono spesso le stesse multinazionali... Non si tratta di pagare di piú , ma di spendere meglio..

Don Quijote 11 mesi fa su tio
Non c'è nessuna causa per la quale vale la pena morire, se puoi vincere, ok, altrimenti lascia perdere, purtroppo dogmi e fanatismi sono un cocktail pericoloso.

carlo56 11 mesi fa su tio
be’… Colombia e Messico (Brasile non saprei) sono le roccaforti dei cartelli della droga. Non generalizzerei quei contesti.

Voilà 11 mesi fa su tio
Risposta a carlo56
I "cartelli" delle materie prime non sono a meno in fatto di violenza

ber68 11 mesi fa su tio
e inutile far lativista stai a casa e fallo coi web decidono sempre chel che i vo ciaooooo