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LifestyleSpazzolini di bambù negli stand del merchandise

18.04.23 - 11:00
Daniela Weinmann dell’associazione Music Declares Emergency Svizzera spiega
Julius Hatt
A concerti e festival partecipano migliaia di persone e questo genera spazzatura ed emissioni. È un tema che preoccupa molte star come Billie Eilish e anche sempre più musicisti svizzeri.
A concerti e festival partecipano migliaia di persone e questo genera spazzatura ed emissioni. È un tema che preoccupa molte star come Billie Eilish e anche sempre più musicisti svizzeri.
Spazzolini di bambù negli stand del merchandise
Daniela Weinmann dell’associazione Music Declares Emergency Svizzera spiega
cosa possono fare i musicisti svizzeri per promuovere la sostenibilità.

Billie Eilish è una star internazionale e la sua musica risuona fin nel profondo dell’anima. È inoltre anche la migliore della classe per quanto riguarda la sostenibilità. Collabora attivamente con organizzazioni come Greenpeace e si impegna per far sì che ai suoi grandi concerti la plastica non venga utilizzata. Ma cosa possono fare invece i musicisti svizzeri per promuovere la sostenibilità? L’abbiamo chiesto a Daniela Weinmann, musicista lei stessa e da anni responsabile del progetto Odd Beholder nonché membro attivo dell’associazione Music Declares Emergency Svizzera.

 

Daniela Weinmann, cosa possono fare i musicisti svizzeri per ridurre le emissioni?
Molte cose. Ad esempio, incoraggiare i propri fan a recarsi al concerto in treno. Gli svizzeri causano la maggior parte delle emissioni di CO2 perché, nonostante una rete di mezzi pubblici di prima classe, insistono a viaggiare con l’auto. Meno del 20 per cento degli svizzeri usa il treno. Gli spettatori che si spostano in auto per assistere al concerto generano il 67 per cento delle emissioni di un festival musicale medio. La cosa migliore sarebbe dare personalmente il buon esempio ma per una band spesso non è facile poiché devono spostarsi con tutti i loro strumenti al seguito.

 

Perché sono ancora così tanti a recarsi a festival e concerti con l’auto?
Sicuramente anche perché alcune star come DJ Antoine promuovono ancora lo stile di vita legato all’automobile. Dovrebbero invece sfruttare la possibilità d'influenzare positivamente i loro fan celebrando uno stile di vita orientato al futuro. Penso ad esempio a rap battle freestyle sui treni diretti al festival di Frauenfeld o a foto di grandi DJ che sfoggiano il loro stile di vita lussuoso nei vagoni di prima classe dei treni a levitazione magnetica. Io stessa mi sposto sempre con il treno. Come musicista solista che suona musica elettropop non è assolutamente un problema: anzi, è più rilassante e meno costoso.

 

Non si limita a spostarsi in treno: come membro di Music Declares Emergency, punta in modo ambizioso sulla sostenibilità. Cosa implica questo impegno? 
Music Declares Emergency è un’associazione che nasce perché circa 6000 musicisti a livello mondiale, tra cui anche 250 svizzeri, e alcuni grandi festival come il Gurten Festival hanno firmato una dichiarazione di stato di emergenza climatico. Lo slogan del movimento è «No Music On A Dead Planet». Io faccio parte del nocciolo duro ossia dell’organizzazione responsabile a livello svizzero che rappresenta gli interessi dei firmatari. L’anno scorso abbiamo commissionato una prima misurazione degli effetti climatici dei festival svizzeri. Con essa cerchiamo di raccogliere il maggior numero possibile d'informazioni per poter guidare l’industria musicale verso un futuro più verde.

 

Abbiamo parlato di mobilità. Esistono altri settori in cui i musicisti possono attivarsi? 
I musicisti sono influencer e modelli da seguire. Fa parte dei compiti più importanti di questa professione capire e rendere attenti a problemi e domande nonché promuovere la propria visione del futuro nella società. È una grossa responsabilità che hanno gli artisti. In qualità di musicista, nel mio ultimo album «Sunny Bay» mi sono occupata del nostro rapporto con la natura e ho chiesto ai miei follower: perché pensiamo tutti che la natura sia così bella ma ci prendiamo così poco cura di lei e della sua conservazione? Perché guardiamo video carini sugli animali per poi mangiare agnello a cena? Non si tratta di moralizzare o fare domande retoriche: con le mie canzoni cerco di capire meglio la natura umana.

 

Artisti come Evelinn Trouble o Dabu Fantastic puntano sempre di più sui cosiddetti «Green Rider». Cosa sono?
Il rider stabilisce di cosa ha bisogno una band per il suo concerto e per tutto ciò che ci sta attorno. Di questo fa parte, ad esempio, quello che si vuole mangiare o bere o dove si vuole pernottare. Un «Green Rider» stabilisce che, almeno durante il tour, si vuole mangiare vegano, vegetariano o perlomeno biologico e di stagione. In questo modo è possibile ridurre l’impronta di CO2 che spesso durante i tour con uno o più veicoli è già relativamente elevata.

 

E come si può influenzare il proprio pubblico con quello che avviene prima di salire sul palco?
Parlando col proprio pubblico e, ad esempio, promuovendo merchandise sostenibile. La band Soft Loft ha ad esempio fatto produrre t-shirt e vestiti da un negozio di seconda mano. I One Sentence Supervisor hanno messo in vendita spazzolini di bambù con stampato il loro nome.

 

Originale ma non molto efficace. La misura più radicale sarebbe evitare il tutto. Non vendere niente e non suonare del tutto.
L’astinenza sembra una cosa molto cattolica. Ma talvolta, anche l’astinenza è qualcosa che può portare piacere. Vale la pena di chiedersi se ogni esibizione dal vivo sia sensata. Mi è stato chiesto di recente di suonare a Hong Kong in una galleria d’arte. Non è quello che cerco: è una grossa spesa e contribuisce poco alla mia carriera. Volare è inoltre la cosa peggiore che si possa fare per il clima. Non faccio più concerti in solitaria se devo volare dall’altra parte del mondo. Faccio inoltre attenzione affinché i miei tour non attraversino l’Europa a zig-zag.

 

Ulteriori informazioni su https://musicdeclares.net/ch/gsw/

 

L’88 per cento viaggia già in maniera sostenibile verso l’Openair di San Gallo

Il fatto che la mobilità resti un tema centrale è confermato anche da Christof Huber, Festival Director presso Gadget abc Entertainment AG e responsabile dell’Openair di San Gallo. «Un’integrazione completa dei mezzi pubblici nei biglietti per le manifestazioni culturali sarebbe un importante passo avanti per ridurre ulteriormente l’impronta di CO2», spiega. L’anno scorso, già l’88 per cento degli spettatori si è recato al festival con i mezzi pubblici, la bicicletta o a piedi. Il biglietto del festival offre una riduzione del 50 per cento sui biglietti del treno. Inoltre, l’offerta ampliata di prodotti vegani e vegetariani e la riduzione dello spreco alimentare sono fattori importanti per un bilancio ambientale positivo e Christof Huber intende implementarli anche quest’anno nei suoi festival. Già dal 2015 a Sittertobel viene offerta esclusivamente carne svizzera. Il cambio di mentalità è avvenuto in realtà già molti anni fa: vent’anni fa le persone che si occupavano della raccolta dei rifiuti sono state nominati «Trash Heroes» e il loro impegno si fa sempre più zelante. Le iniziative Green’n’Clean vengono ulteriormente sviluppate di anno in anno. Dal 2019, il festival è climaticamente neutrale grazie alla compensazione delle emissioni residue.

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COMMENTI
 

Durden 1 anno fa su tio
Abbiamo la presunzione di poter salvare il pianeta, il pianeta non ha bisogno di noi o del nostro aiuto. Ne ha passate di peggio (deriva dei continenti, tempeste magnetiche, sismi, vulcani, grandi estinzioni,...) e ne è sempre uscito illeso. Cosa resterà di noi? Una montagna di plastica!

UtenteTio 1 anno fa su tio
Fanno ridere come i McDonald's e associazioni varie che spacciano per sostenibili le stoviglie in bambù, ma poi non dicono che arrivano cmq da 3000km. Un po come il caffé sostenibile, ecc. ecc.

Buonsenso? 1 anno fa su tio
Intenzioni lodevoli,specchietto per le allodole. Adombrare la lotta contro l ingiustizia sociale incanalando i giovani verso battaglie orizzontali funzionali al potere e socialmente sterili.