Cerca e trova immobili

LifestyleQuanto sono davvero sostenibili Nike, Adidas e On?

31.01.23 - 11:00
Le marche di calzature puntano sempre più sulla sostenibilità. Qual è davvero il loro contributo alla protezione del clima e dell‘ambiente?
#noisiamoilfuturo
Quanto sono davvero sostenibili Nike, Adidas e On?
Le marche di calzature puntano sempre più sulla sostenibilità. Qual è davvero il loro contributo alla protezione del clima e dell‘ambiente?

Sempre più marchi di moda pubblicizzano la sostenibilità dei propri prodotti: succede anche nell’industria delle scarpe. «Il nostro obiettivo è essere un’impresa sostenibile», viene ad esempio dichiarato sui canali ufficiali di Adidas. Nike parla invece di «Move to Zero» per assicurare il futuro dello sport. E On promette: «noi di On mettiamo la sostenibilità al centro del nostro lavoro.» Un sondaggio interno al settore ha tuttavia rimesso le cose in prospettiva.

FDRA, la maggiore associazione di produttori di scarpe americana, ha pubblicato nel 2022 un illuminante rapporto: la metà degli insider interrogati ritiene che il settore parli molto di sostenibilità ma non si impegni per attuarla concretamente. Un intervistato ogni cinque aggiunge che l’industria delle scarpe non ha compiuto nessun progresso rilevante. I costi, la velocità e la qualità restano sempre più importanti della sostenibilità.

Quanto sono davvero sostenibili Adidas, Nike e On? Ecco una panoramica.

 

Adidas

Entro il 2025, Adidas mira a produrre il 90 per cento dei suoi articoli in modo sostenibile. I prodotti vengono però considerati sostenibili nel momento in cui sono semplicemente più sostenibili di quelli convenzionali. Entro il 2050, l’intera impresa dovrà essere neutrale dal punto climatico.

Nel 2019 Adidas ha presentato la sua prima collezione fondata sull‘economia circolare «Made To Be Remade», in cui si trovano attualmente anche quattro modelli di sneaker. Nel 2020, con «Clean Classics», il marchio ha presentato una collezione che utilizza materiali riciclati almeno al 50 per cento. La strada per Adidas è però ancora lunga: i circa 70 modelli delle due collezioni sostenibili sono una goccia nel mare degli oltre 14 000 articoli di cui è composto l’intero catalogo.

 

Nike

Nike ha un obiettivo chiaro: niente emissioni di anidride carbonica, niente rifiuti. Il relativo programma si chiama «Move to Zero». Come parte di questo progetto, nel 2022 il marchio ha presentato Nike Forward: un materiale straordinariamente sottile che permette di ridurre le emissioni di CO2 del 75 per cento durante la produzione. Della nuova collezione fanno parte pantaloni e giacche ma per ora nessuna sneaker.

Nike ritiene sostenibili tutte le sneaker che sono composte per almeno il 20 per cento da materiali riciclati. L’apripista è la collezione Space Hippie composta per l’85-90 per cento da materiali riciclati. Space Hippie include tre sneaker e una t-shirt mentre l’insieme delle altre collezioni conta attualmente oltre 9000 articoli.

 

On

Con le scarpe da corsa Cyclon, il marchio On ha presentato nel 2020 una scarpa da corsa riciclabile prodotta con semi di ricino e disponibile solo sotto forma di abbonamento. Con CleanCloud ha inoltre sviluppato, in collaborazione con numerose imprese biochimiche, la possibilità di produrre in futuro un nuovo materiale fabbricato a partire dalle emissioni di CO2. Le prime scarpe CleanCloud non sono ancora sul mercato ma l’impresa ha comunicato: in futuro tutto l’assortimento sarà composto da articoli integrati nel concetto di economia circolare. L’impresa stessa aggiunge: «siamo nel bel mezzo di un viaggio e la strada da percorrere è ancora lunga.»

 

Veja, Saye, Ekn e ​​Flamingo’s Life

Chi non vuole aspettare e vuole calzare fin da subito scarpe completamente sostenibili dovrà puntare su marche come Veja, Saye, Ekn e ​​Flamingo’s Life. Mentre i grandi marchi come Adidas, Nike e On hanno deciso da poco di puntare sulla sostenibilità, queste piccole marche mettono ormai da anni la protezione dell’ambiente al centro della loro produzione. Ma non importa quanto siano sostenibili i vari modelli, vale sempre la regola d’oro: le sneaker più sostenibili da acquistare sono quelle che decidiamo di non acquistare.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 

Popi 1 anno fa su tio
Più che la sostenibilità climatica da parte di multinazionali forse bisognerebbe parlare di come abbiamo svenduto la produzione di beni alla cina per oggetti a poco prezzo fatti da schiavi in campi di concentramento a Xinjiang

Don Quijote 1 anno fa su tio
Ancora religione climatica e pubblicità delle grandi aziende facendo leva su dogmi per ecoisterici. Questo inverno mite ha permesso di ridurre del 18% le emissioni dei riscaldamenti che equivale all'intera quota prodotta dal traffico nello stesso periodo.

Romano 1 anno fa su tio
Risposta a Don Quijote
aspettiamo l'estate....poi ne riparliamo.

Don Quijote 1 anno fa su tio
Risposta a Romano
Durante l'estate non ti serve il riscaldamento, eventualmente un condizionatore ma siccome abbiamo più disponibilità di acqua e sole, dipendiamo meno dalle energie fossili per produrre elettricità. Sempre secondo le leggi della termodinamica, con temperature più elevate serve meno energia per sostenere processi energivori come la siderurgia, ad esempio per produrre l'acciaio martensitico da 1900 megapascal per costruire le carriole elettriche, penalizzate dal maggior peso delle batterie. La filiera energetica è più complessa di quanto pensano gli ecoisterici o la politica, non lo trovi sui libri, s'impara di gomito.

Mgbc 1 anno fa su tio
Clo62, concordo con te.. a volte davvero dovremmo fermarci e dire: ....gente....stiamo bene e con un pizzico di buon senso ancora meglio.....

Elisa_S 1 anno fa su tio
Tutte le scarpe che abbiamo provato di marca o non di marca per i nostri figli sicuramente non lo erano ...perché il dilemma e sempre lo stesso... Se la scarpa di per se tiene bene nel corso del tempo la suola quella fa schifo...sempre...e non si può più aggiustare. Magari vi fossero delle suole sostituibili...

Clo62 1 anno fa su tio
Ma che mondo di frustrati, ma vi rendete conto che tutti i santi giorni gli argomenti sono: - cambiamento climatico - frontalieri ruba lavoro - cibi bio, prodotti sostenibili - auto elettriche - dove tizio e caio pagano le imposte Ecc ecc ecc Io vi posso solo dire che quelli della mia generazione avevano nonni che morivano a ca. 75 anni, la possibilità di viaggiare era per pochi , si andava al ristorante solo per eventi, le auto andavano a super e consumavano il 20l. al 100, Nel 2023 abbiamo aspettative di vita di 83 anni, ci manca solo il latte di formica, siamo arrivati a 8 miliardi. In poche parole sono contento di vivere in Ticino - Svizzera- Europa

UtenteTio 1 anno fa su tio
Nike dove paga le tasse? E gli altri?

Disà 1 anno fa su tio
Risposta a UtenteTio
copio e incollo giusto così per conoscenza generale ^^ " l gigante Usa, che nel 2017 ha fatturato 8.400 milioni di euro, ha creato una rete di 55 società tra Paesi Bassi, Delaware e Bermuda per ridurre al minimo l'impatto dei sistemi fiscali nei paesi in cui opera " e : " In sostanza, i profitti tassabili sono stati “spostati” dal Belgio all'Olanda, cosa che ha permesso a Nike di pagare una aliquota del 2% anziché del 25%. Secondo il quotidiano francese Le Monde, grazie ai “favori” accordati in Europa, la multinazionale americana è riuscita a ridurre le sue tasse globali dal 25% al 16% " alla fine la sotenibilità è sempre finanziaria prima di tutto