Cerca e trova immobili

Innovazione & energiaLo svizzero che porta la luce in Africa grazie all’energia solare

04.03.22 - 11:00
In Africa, 650 milioni di persone vivono senza elettricità.
Foto: Jan Graber
Durante un viaggio attorno al mondo, Alessandro Medici ha avuto l’idea di aiutare i Paesi in via di sviluppo rifornendoli di elettricità grazie a un impianto solare facile da installare.
Durante un viaggio attorno al mondo, Alessandro Medici ha avuto l’idea di aiutare i Paesi in via di sviluppo rifornendoli di elettricità grazie a un impianto solare facile da installare.
Lo svizzero che porta la luce in Africa grazie all’energia solare
In Africa, 650 milioni di persone vivono senza elettricità.
Un cittadino svizzero cerca di cambiare la situazione e ha sviluppato un geniale box per immagazzinare l’energia solare utilizzabile in poche, semplici mosse. Il box è molto richiesto anche in Svizzera.

L’idea venne ad Alessandro Medici durante un viaggio attorno al mondo: nel 2008 aveva bisogno di una pausa dal suo lavoro di ingegnere elettrico e a un certo punto si trovò a visitare la fattoria dell’ex chef di Puma Jochen Zeitz in Kenia. Nella sua testa aveva già cominciato a formarsi un piano per il futuro: voleva occuparsi di energia solare per riuscire a portare l’elettricità in villaggi sperduti dei Paesi in via di sviluppo.

In Africa, 650 milioni di persone vivono senza elettricità. L’elettricità è essenziale per lo sviluppo di un Paese, che sia per il lavoro, per le scuole o per la sanità. Come primo progetto decise quindi di trovare il modo di alimentare l’intera fattoria di Zeitz con elettricità solare ed eolica.

Si ritrovò invece a lavorare come… guardiano delle mucche. Ci fu un problema con il dirigente della fattoria e 350 capi erano in attesa di essere venduti. Per la prima volta, Medici si trovò quindi a gestire delle mucche. «È stato un vero spasso», rammenta. E imparò inoltre a negoziare con gli africani.

Complicata tecnologia solare in una cassa

Dopo aver venduto le mucche, poté finalmente dedicarsi al suo progetto. «La complessa tecnologia solare non è semplicemente compatibile con l’Africa», spiega Medici. Mancano gli ingegneri per costruire e mantenere gli impianti. Medici ebbe però un’intuizione: infilare tutta la tecnologia solare in una cassa. Con pochi semplici gesti sarebbe quindi stato possibile installare l’impianto solare. Inoltre, era necessario che fosse possibile collegare più casse per aumentare le prestazioni.

Sulla carta, il concetto fu definito velocemente e subito Medici e i suoi partner vinsero l’Axpo Energy Award senza tuttavia avere sottomano una tecnologia funzionante. «Adesso si fa sul serio», pensò Medici. Nel 2014 fondò quindi l’impresa Power Blox.

Non c’era alcuna certezza che l’idea avrebbe funzionato. «L’interazione tra le componenti di un impianto solare è terribilmente complessa», spiega. Uno studio concluse perfino che quello che cercava di realizzare non sarebbe stato assolutamente possibile. Ma Medici decise di credere nell’idea e, in collaborazione con un’impresa di Zeiningen, trovò infine una soluzione. Così nacque il PBX-200, una cassa rosso fuoco con pannelli solari, accumulatore e presa elettrica da 230 Volt.

L’elettricità aiuta l’Africa a uscire dalla povertà

«Il Box può rifornire fino a venti famiglie africane di elettricità», spiega Medici. Se vengono collegate più casse, le prestazioni vengono anch’esse moltiplicate. L’utilizzo dell’impianto è talmente semplice che bastano un paio di minuti per installarlo anche a chi non ha nessuna esperienza (cfr. Infobox).

Tuttavia non è possibile metterlo semplicemente in vendita in Africa: per la maggior parte della popolazione è troppo costoso. Ecco perché Power Blox, in collaborazione con ONG come Caritas o Life Line Fund, sviluppa al contempo modelli di business. In questo modo un villaggio può decidere di installare un Box e ripagarlo sul lungo periodo.

Tornando al viaggio intorno al mondo di Medici: «La mia volontà di impegnarmi per l’Africa è nata da una visita a una signora svizzera in Tanzania», spiega. In quel momento è diventato chiaro per lui quanto fosse importante l‘elettricità per far sì che l’Africa potesse trovare la strada per uscire dalla povertà. La difficoltà maggiore è tuttavia, come in molti altri casi, il finanziamento del progetto.

Il PBX-200 viene impiegato principalmente in quei luoghi in cui non è disponibile l’allacciamento alla rete elettrica, soprattutto quindi in Paesi del terzo mondo con una rete elettrica insufficiente. Attualmente è stato avviato un progetto nel Vanuatu per fornire elettricità a 17 000 economie domestiche. Collegando più casse è possibile fornire abbastanza elettricità da alimentare un intero festival, creare stazioni di ricarica off-grid per le biciclette elettriche nonché robotizzare le stalle isolate. In collaborazione con Swisscom, Power Blox ha equipaggiato 150 capanne alpine. Poiché garantiscono la fornitura di elettricità anche in caso di blackout, i PBX-200 riscuotono sempre più interesse anche in Svizzera. Numerosi PBX-200 sono ormai parte dell’equipaggiamento standard della DSC e vengono impiegati durante gli interventi in caso di catastrofi.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.