Il programma di formazione Climate School porta cambiamenti climatici e sostenibilità nelle scuole svizzere
e motiva i giovani a contribuire attivamente alla protezione del clima.
In breve
La crisi climatica diventerà inevitabilmente un problema pressante per le giovani generazioni. L’educazione allo sviluppo sostenibile (ESD) è già parte del piano di studi 21. Ciò significa che presto o tardi gli studenti si troveranno confrontati con questi temi. Ma sarà sufficiente? Le scuole che vogliono puntare in modo più deciso in questa direzione si affidano a MyBluePlanet, un movimento per il clima con sede a Winterthur che attua il programma di formazione e protezione climatica «Climate School» in molte scuole svizzere.
Dal 2013, la scuola climatica di MyBluePlanet ha motivato e ispirato più di 10 000 studenti a contribuire alla protezione del clima. Grazie al programma, sono stati installati 25 impianti solari in altrettante scuole e sono stati creati 12 000 metri quadri di terreno per la promozione della biodiversità.
Ronja Karpf, responsabile della comunicazione di MyBluePlanet, spiega su quali basi lavora la Climate School e cosa ha a che fare con testa, mani e cuore.
Ronja Karpf, MyBluePlanet accompagna numerose scuole già da tre anni ormai e fino all’ottenimento del label «Climate School». Cosa costituisce una Climate School?
Durante questo lasso di tempo, ci consideriamo un partner di progetto della scuola. L’obiettivo è inserire la sostenibilità e la protezione climatica all’interno del programma scolastico a lungo termine e in modo sistematico. Per farlo, ci concentriamo su tre settori:
Lavorate sempre di più con i giovani. Come comunicate i contenuti per motivarli a contribuire alla protezione del clima?
Il nostro approccio alla formazione è orientato al metodo Pestalozzi: testa, mani e cuore. Ossia: per capire veramente qualcosa, dobbiamo comprenderla con la ragione, con le emozioni e con le azioni pratiche. Senza conoscenza non c’è azione. Ma al contempo gli studenti devono sentirsi coinvolti e responsabili. E terzo, andiamo a creare un terreno di gioco dove i ragazzi possono toccare con mano i contenuti. Crediamo che questo sia l’approccio più efficace per portare un cambiamento sostenibile nelle prossime generazioni.
Potrebbe farmi un esempio di terreno di gioco?
Organizziamo diverse attività giornaliere per l’intera scuola. Ad esempio, gli studenti possono costruire un impianto solare per la scuola o creare un giardino. In questo modo imparano che per portare grandi cambiamenti serve la collaborazione di tutti, possono toccare con mano la tematica delle energie rinnovabili e dell’ecologia e imparare a conoscere le professioni nell’ambito della sostenibilità. Sono momenti importanti che restano impressi nella memoria. La scuola, insieme ai genitori, deve essere un modello che sottolinea i giusti valori. Tuttavia, molto di quello che insegniamo a scuola non viene insegnato a tutti a casa.
Cosa viene insegnato a casa?
Molte cose: a riciclare e a spegnere la luce. Piccole cose che sono però molto importanti. Non tutti sanno però quanto sia importante l’impatto sul clima ad esempio dell’alimentazione o della mobilità.
Come riuscite a bilanciarvi tra comunicare l’importanza della crisi climatica e cercare di non togliere tutte le speranze di un futuro luminoso alle giovani generazioni?
Devono vedersi come parte della soluzione. Per riuscirci, creiamo anche nuovi comitati come ad esempio i consigli del clima. Si tratta di un comitato di studenti che si incontrano regolarmente e scambiano idee. Vengono autorizzati a votare per decidere in che modo dovrebbe cambiare l’edificio scolastico e cosa può essere fatto per quanto riguarda la sostenibilità. I fatti sono importanti ma è importante anche restare positivi e motivati per continuare a cercare soluzioni. È essenziale inoltre non dare agli studenti la sensazione che debbano combattere da soli la crisi climatica.
Come ci riuscite?
Facendoli sentire parte di una comunità. Come individui è importante sapere che cosa possiamo fare. Ma per riuscire a portare a termine qualcosa confrontati con questo problema globale, ci vuole il lavoro di tutta la comunità. E anche questo fa parte del nostro programma. La scuola è un punto nevralgico della rete sociale ma anche i genitori, la comunità, gli insegnanti, i contatti scolastici, i professionisti e le imprese svolgono un ruolo essenziale.