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EdificiQuesto «ponte» di calcestruzzo mostra la via per il futuro

28.12.21 - 10:00
Un’edilizia sostenibile per proteggere il clima.
Foto: Holcim (Schweiz) AG
Il «Bridge to the Future» è costruito con calcestruzzo riciclabile e sostenibile ed è composto da elementi estremamente filigranati.
Il «Bridge to the Future» è costruito con calcestruzzo riciclabile e sostenibile ed è composto da elementi estremamente filigranati.
Questo «ponte» di calcestruzzo mostra la via per il futuro
Un’edilizia sostenibile per proteggere il clima.
La pressione sul settore della ricerca è elevata: è necessario trovare un modo per rendere più sostenibile la produzione di calcestruzzo. E il successo è vicino: lo dimostra una pionieristica opera a Hüntwangen.

È uno dei prodotti più dannosi per il clima nel settore dell’edilizia: il calcestruzzo. La produzione di un metro cubo di calcestruzzo causa oltre 200 chili di emissioni di CO2. Secondo il Politecnico di Zurigo, a livello mondiale vengono prodotti ogni anno oltre 80 miliardi di metri cubi di calcestruzzo. Secondo l’ONU, il settore delle costruzioni e dell’edilizia è inoltre responsabile del 38 per cento delle emissioni di CO2. Al contempo, le caratteristiche del calcestruzzo lo rendono un materiale irrinunciabile per le costruzioni.

Per raggiungere gli obiettivi climatici 2050, occorre quindi ridurre le emissioni di CO2 nel settore edilizio e quindi anche nella produzione del calcestruzzo e soprattutto del cemento. «Due terzi delle emissioni di CO 2 causate dalla produzione di cemento con clinker sono da ricondurre alle materie prime. Un terzo deriva invece dall’impiego di combustibili fossili», spiega Cathleen Maria Hoffmann, ingegnere di produzione presso Holcim Svizzera. La riduzione del contenuto di clinker nel cemento è quindi la misura più efficace per ridurre le emissioni di CO2.

Carbonio al posto del ferro

Un grande successo di Holcim è il cemento senza clinker «Locarbo». Questo calcestruzzo prodotto con materiali riciclati causa emissioni di soli 138 kg di CO2 per metro quadrato invece dei classici 210 kg. Secondo Holcim, questo calcestruzzo permette inoltre di ridurre il consumo di materiali del 75 per cento.

«Se vogliamo ridurre le emissioni di CO2, occorre ridurre la percentuale di clinker nel cemento e puntare ad una maggiore efficienza dei materiali e dei metodi di costruzione». Kerstin Wassmann, responsabile del progetto «Bridge to the Future» di Holcim, ne è assolutamente convinta.

Il «Bridge to the Future», inaugurato in novembre a Hüntwangen, mostra come può essere impiegato il nuovo calcestruzzo: invece di un’armatura in ferro, sono stati utilizzati fili di carbonio pretensionati e resistenti alla ruggine. Grazie all’elevata resistenza alla trazione, gli elementi possono avere uno spessore di soli 6 centimetri.
Secondo Holcim, si tratta di «una delle opere edilizie più sostenibili del mondo».

Calcestruzzo a partire da batteri

«Locarbo» è però solo una delle tante soluzioni per ridurre l’impronta di carbonio del calcestruzzo. Viene ad esempio promosso anche l’utilizzo di combustibili alternativi al carbone. «Si possono utilizzare ad esempio pezzi di materiale plastico o altri materiali di scarto», spiega Kerstin Wassmann.

Per la produzione di calcestruzzo riciclato vengono inoltre riutilizzati numerosi materiali provenienti da demolizioni. Il calcestruzzo viene anche sottoposto a carbonatazione: il CO2 viene estratto dall’aria e pressato nel calcestruzzo per realizzare una riduzione del CO2 totale. Un’altra ricerca si concentra invece sul calcestruzzo prodotto con batteri e un mix di sabbia e idrogel in alternativa al tradizionale legante.

«Il calcestruzzo è un prodotto altamente complesso», spiega Wassmann. A seconda del progetto, occorre talvolta pianificare costruzioni che dureranno centinaia di anni. Le normative sono severissime. Cathleen Hoffmann conclude: «I metodi di costruzione in uso devono essere continuamente ripensati». Come fatto ad esempio con «Bridge to the Future» che indica simbolicamente la via verso un’edilizia più sostenibile.

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