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AlimentazioneLa più grande fattoria della Svizzera è un carcere

28.03.23 - 11:00
Una volta, l’istituto penitenziario di Witzwil nel Canton Berna era considerato all’avanguardia tra le prigioni.
Sebastian Sele
Il biologo Nicolas Guillod è a capo del settore Ecologia dell’istituto penitenziario di Witzwil. Qui si trova ad esempio un’area dedicata alla biodiversità di circa 100 ettari.
Il biologo Nicolas Guillod è a capo del settore Ecologia dell’istituto penitenziario di Witzwil. Qui si trova ad esempio un’area dedicata alla biodiversità di circa 100 ettari.
La più grande fattoria della Svizzera è un carcere
Una volta, l’istituto penitenziario di Witzwil nel Canton Berna era considerato all’avanguardia tra le prigioni.
Oggi è diventato la più grande fattoria della Svizzera. La prigione copre circa 700 ettari di terreno ossia circa 30 volte la fattoria svizzera media.

«È un unicum in Svizzera», spiega Nicolas Guillod guardando il terreno che lo circonda. Il trentacinquenne è in piedi in un campo non lontano dal lago di Neuchâtel dove tiene un occhio sulla biodiversità… e uno sui carcerati. Il nostro biologo non è responsabile solo di una fattoria ma anche di una prigione: l’istituto penitenziario di Witzwil.

Il carcere è attualmente la più grande delle quasi 50 000 fattorie della Svizzera. Mentre una fattoria media gestisce circa 21 ettari di terreno, la prigione di Witzwil pianta colza e riso su circa 700 ettari, alleva un paio di centinaia di maiali e manzi e ospita numerosi puledri. Fino a 166 persone adulte scontano qui la loro pena. La maggior parte sono qui per infrazioni alla legge sugli stupefacenti ma anche per infrazioni delle norme della circolazione o per reati contro l’integrità personale… O anche tutto insieme.

 

Lavorare in carcere come terapia

La combinazione tra prigione e agricoltura risale al XIX secolo. L’allora direttore del carcere, Otto Kellerhals, era convinto di una cosa: il lavoro di agricoltore fa bene ai carcerati sia dal punto di vista fisico che dal punto di vista psichico. Grazie al suo approccio, che vedeva i carcerati non primariamente come criminali ma come persone, è diventato una delle figure centrali della riforma delle prigioni in Svizzera. Ancora oggi parti della sua filosofia sono perfettamente valide: nel 2013, il tribunale federale ha confermato gli effetti terapeutici del lavoro in carcere.

Il biologo Guillod ha in mano un foglio laminato su cui possiamo vedere l’immagine di un uccello e una statistica: la pavoncella, con il suo piumaggio variopinto, era quasi estinta in Svizzera. Ora, la sua popolazione ha ricominciato a crescere. Il merito va anche a persone come Guillod e alla prigione di Witzwil. «In qualità d'impresa cantonale, vogliamo essere studenti modello», spiega il capo del settore Ecologia. Per legge, il carcere è obbligato a dedicare il sette per cento della sua superficie alla biodiversità. La prigione di Witzwil ha però stabilito di sua volontà di dedicarne più del doppio: il 15 per cento. Circa 100 ettari. Ossia 140 campi di calcio.

 

L’equilibrio promuove la biodiversità

«È un errore credere che la natura in Svizzera possa essere lasciata a sé stessa», spiega Guillod. Per far sì che non si verifichino altri incendi boschivi o altre inondazioni, l’essere umano deve intervenire in modo mirato. Solo così è possibile mantenere l’equilibrio. Se ad esempio un’erbaccia prolifera, la vita delle specie locali si complica. Gli insetti non trovano spazio vitale e questo causa una penuria di cibo per gli uccelli. «La biodiversità cala e cresce insieme alle più piccole forme di vita», riassume Guillod che riceve sostegno anche da parte delle associazioni ambientali locali.

Anche i carcerati di Witzwil si occupano della biodiversità, che lo vogliano o no. Ogni giorno della settimana, alle 7:40 alcuni di loro si trovano nei campi, poi una pausa pranzo e infine alle 17:00 si torna tra le mura del carcere. Se una volta vivevano in celle singole sbarrate da porte di metallo, ora abitano in appartamenti condivisi. Ma anche qui alle 21:30 puntuali le luci si spengono e si chiude tutto fino alle 6:00 del mattino successivo quando comincia una nuova giornata. 20 minuti non ha potuto parlare direttamente con i carcerati della prigione di Witzwil.

 

La pavoncella è tornata

Guillod alza lo sguardo al cielo. «Una pavoncella», il capo del settore Ecologia riconosce l’uccello che ci vola sopra la testa. Il campo di fronte a lui è stato consapevolmente seminato in modo da offrire a questa specie minacciata un luogo per covare e allevare i piccoli tra la rada vegetazione. Attualmente non siamo ancora arrivati fino a questo punto ma il biologo ne è certo: presto questo raro uccello deporrà le sue uova nei campi attorno alla prigione di Witzwil.

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COMMENTI
 

Afrodita 12 mesi fa su tio
Che buona cosa ! Almeno sono ocupati a fare qualcosa di carino e anche importate complementi.

Brissago 12 mesi fa su tio
Prendere da esempio dove possibile,complimenti a tutti, nella speranza che anche i carcerati una volta scontata la pena,possano rientrare nella vita normale e sociale

Pensopositivo 12 mesi fa su tio
Bellissimo esempio. Dare uno scopo ai carcerati e rendergli utili. In futuro si dovrebbe inserire anche persone con reati gravi e cosí cominciare da subito con il reinserimento nella società. Un'applauso all'iniziativa.

Anna 74 1 anno fa su tio
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