Il consigliere nazionale Rocco Cattaneo spiega perché l'architetto Botta sbaglia nel sostenere l'iniziativa contro la cementificazione: «È molto pericolosa per lo sviluppo delle nostre valli»
LUGANO - «Caro Mario, con l’iniziativa da te sostenuta non avresti potuto realizzare né la Cappella sul Monte Tamaro, né il Fiore di pietra sul Monte Generoso».
La discesa in campo dell'architetto Mario Botta a favore dell'iniziativa contro la dispersione degli insediamenti (vedi link) sta sollevando parecchie reazioni. Spicca quella del consigliere nazionale del Plr Rocco Cattaneo, che in questa lettera aperta pungola l'archistar, e amico.
«Mi permetto di farti notare - scrive Cattaneo - che l’iniziativa da te sostenuta vuole, tra le altre misure, limitare ancora di più la costruzione di edifici fuori dalle zone edificabili. Non si potrebbero più costruire, per esempio, ristoranti di montagna, gli agricoltori non potrebbero né ampliarsi, né edificare serre, stalle per l’allevamento, edifici per l’agriturismo, eccetera». Ragione per cui, continua il deputato federale, «questa iniziativa risulta molto pericolosa per lo sviluppo delle nostre valli».
Cattaneo sottolinea anche l'intempestività dell'iniziativa. «Con la revisione della Legge federale sulla pianificazione del territorio, approvata dal popolo nel 2013, sono state definite misure concrete per lottare contro la dispersione degli insediamenti. Tra queste figurano l’obbligo ai Cantoni di determinare le zone edificabili secondo un fabbisogno prevedibile per 15 anni, la riduzione di zone sovradimensionate e un migliore sfruttamento delle zone edificabili già esistenti. E in questo senso i Cantoni hanno già prontamente reagito: proprio in questi mesi hanno rivisto i loro piani direttori e alcuni hanno addirittura già ridotto la superficie delle proprie zone edificabili. Anche il Canton Ticino ha fatto i compiti: il piano direttore è attualmente al vaglio del Consiglio federale».
Ecco, conclude il consigliere nazionale, «alcuni motivi per dire che questa iniziativa è inutile, dirigista, non tiene conto delle differenze regionali nazionali, delle sovranità cantonali e nemmeno delle autonomie comunali. In sintesi è contraria a uno sviluppo economico e sociale ragionevole del nostro paese».