Un’inziativa del deputato Nicholas Marioli propone di estendere il criterio di rimborso delle prestazioni, attualmente fissato a tre anni, seguendo l’esempio di Grigioni e Argovia
BELLINZONA - Concedere la cittadinanza cantonale unicamente a chi non ha percepito prestazioni assistenziali nel corso del decennio precedente la domanda. A proporre il giro di vite è un’iniziativa parlamentare (presentata nella forma generica) da Nicholas Marioli, che chiede di modificare la Legge sulla cittadinanza ticinese e sull’attinenza comunale (LCCit), estendendo il criterio del rimborso delle prestazioni, che attualmente prende in considerazione il triennio precedente la presentazione della domanda di naturalizzazione.
Il modello proposto dal deputato leghista ricalca quanto già in vigore nel Canton Grigioni e quanto approvato negli scorsi giorni a larga maggioranza nel Canton Argovia. «Attualmente il Canton Ticino applica il minimo previsto dall’Ordinanza sulla cittadinanza svizzera», scrive Marioli, sottolineando come a livello ticinese «gli organi preposti in materia di naturalizzazione non hanno nemmeno la possibilità di visionare la documentazione riferita all’assistenza sociale antecedente i tre anni dalla presentazione della domanda».
Una situazione che secondo il deputato «crea la possibilità di abusi nell’ambito dell’assistenza sociale e non permette la trasparenza necessaria per una decisione corretta».