Circa 800 i presenti al Congresso cantonale. Punti chiave del programma: formazione, lavoro, centri urbani, valli e sicurezza
LOCARNO - C’erano circa 800 persone questa mattina al Palexpo di Locarno per il Congresso cantonale del PLR, che ha ufficialmente dato il via alla volata finale del partito verso le Cantonali della prossima primavera.
Cinque sono gli elementi chiavi elencati dal presidente Bixio Caprara nel presentare il programma di legislatura per il prossimo quadriennio: formazione e lavoro in primis, ma anche i centri urbani, le valli e la sicurezza. «Il fuoco lo si alimenta cercando la legna buona e caricando con sapienza la stufa o il camino. Ma soprattutto, per far legna è indispensabile rimboccarsi le maniche». Un pensiero che i liberaliradicali hanno voluto riassumere con uno slogan: #facciamolo.
Il "senatore" Fabio Abate ha da parte sua ha sottolineato come sia «difficile per parte della deputazione ticinese lavorare su solide basi, se l’immagine che passa verso nord è negativa come quella trasmessa attualmente. Credo che la campagna che va ad iniziare oggi debba invertire questa tendenza».
Corsa al Governo - Parola quindi ai cinque in lista per il Consiglio di Stato. Alex Farinelli ha sottolineato la necessità di un’Amministrazione più moderna al servizio della cittadinanza, per creare condizioni utili allo sviluppo economico e sociale, lanciando pure il sorpasso: «Non per boria di partito o successo personale. Ma se vogliamo dare una svolta alla politica di questo cantone è ora che in Consiglio di Stato siedano nuovamente due liberaliradicali».
L’affermazione del ruolo delle donne, la necessità di sgomberare le nubi della precarizzazione sopra l’economia e il bisogno di Comuni che siano forti e autonomi sono invece i punti toccati rispettivamente da Cristina Maderni, Alessandro Speziali e Sebastiano Gaffuri. «Abbiamo bisogno di Comuni che possano effettivamente garantire servizi di qualità elevata secondo il principio di chi comanda paga», ha ribadito in particolare il deputato.
Il capitolo della fiscalità è stato invece toccato da Christian Vitta, che ha lanciato l’allarme verso l’immobilismo, sottolineando «l’esigenza per il Ticino di rinnovare alcuni aspetti della propria fiscalità», in particolare «in ambito di imposizione delle aziende».
Tempo dei saluti - Archiviata la questione programma, il Palexpo ha infine reso omaggio ai granconsiglieri che non si ripresenteranno alle prossime Cantonali (Nicola Brivio, Franco Celio, Marcello Censi, Graziano Crugnola, Walter Gianora, Andrea Giudici, Paolo Pagnamenta e Giorgio Pellanda) e soprattutto a Fabio Abate, che ha già annunciato lo scorso primo agosto la volontà di non ricandidarsi per le federali del 2019.
Autodeterminazione: «Incertezza infinita» - Ultimo a prendere la parola in chiusura di congresso è stato il Consigliere federale Ignazio Cassis, che ha inoltre speso qualche parola in vista del voto di domenica prossima sull'iniziativa UDC. «Nella direzione ideologica è giusta ma nella realtà dei fatti, dicendo sì in realtà diciamo sì ad articoli costituzionali che creano un’incertezza infinita», ha affermato Cassis: un sì all'autodeterminazione «farebbe della Svizzera un paese meno credibile ed affidabile».